Bullo Buono: Il progetto contro il bullismo, alla 4ª edizione, ha già coinvolto oltre tremila ragazzi

Sono numeri ingombranti quelli dell’ultima rilevazione Istat sul bullismo. Secondo i dati dell’indagine nazionale, infatti, più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni riferisce di essere rimasto vittima di un episodio offensivo, non rispettoso o violento. Tra questi, quasi uno su cinque, il 19,8%, dichiara di aver subìto atti di bullismo una o più volte al mese. E poi c’è il cyberbullismo, che ha colpito il 22% di tutte le vittime di bullismo. Tra i soggetti che cercano di arginare il fenomeno, lavorando direttamente con i ragazzi all’interno delle scuole, c’è l’Associazione Tutti Insieme con Gioia, che da quattro anni porta avanti, coadiuvata dal Centro Servizi Volontariato nel Distretto di Vignola, il progetto ‘Bullo Buono’.

Ci racconta com’è nata questa idea una delle ideatrici, Giovanna Gibellini: “Già quando ho iniziato a fare volontariato molti anni fa, alcuni ragazzi disabili mi raccontavano le loro disavventure a scuola e da tempo, come associazione, volevamo fare qualcosa contro il bullismo, ma non sapevamo cosa. L’idea del Bullo Buono è nata quando mia figlia, molto sensibile e timida, ha iniziato le superiori. Un amico, più grande di lei di un anno, scherzava sul fatto di bullizzarla, la prendeva in giro ma lo faceva con affetto, perché la vedeva un po’ persa in quella scuola per lei nuova e voleva aiutarla. Ce lo raccontava lei stessa, quando tornava a casa, ridendo e scherzando sul fatto di regalare un bullo, un dado, all’amico. È stato un attimo associare quel ragazzo all’idea di Bullo Buono, perché lo è… è buono come il pane! Abbiamo cominciato a pensare che si potesse parlare di bullismo, parlando di persone positive che aiutano chi ha bisogno e sono facili da identificare. Così è nata l’idea di creare la collana con un bullo e, con l’aiuto di Silvia Prampolini, abbiamo portato il progetto all’interno del Cantiere Giovani del CSV”.

Cosa vuole dire per i ragazzi e le ragazze indossare la collana?
Vuol dire ‘Io sono un buono e dico no al bullismo e dico sì al rispetto di tutte le persone’ e, quest’anno, siamo arrivati alla quarta edizione!

Cosa fa un Bullo Buono?
Ti aiuta, prende le tue difese cercando di far capire a chi ha di fronte che è meglio non comportarsi male, anche perché potresti sempre passare dalla parte opposta. Il Bullo Buono ti ascolta e non ti prende in giro, è un amico sul quale contare e, se non è un amico, è comunque una persona che dice no al bullismo, anche se non la conosci sai che puoi stare tranquillo e ti può aiutare.

Arrivati alla quarta edizione, con oltre tremila collane distribuite, possiamo dire che adesso sono davvero tanti i bulli buoni…
Sì e la cosa che mi fa veramente piacere è anche che mia figlia, ogni tanto, quando torna a casa mi dice ‘Sai che incontro tanti ragazzi che hanno il Bullo Buono?’ Quando andiamo nelle scuole e incontriamo i ragazzi, chiediamo loro di indossare il ciondolo se pensano di usarlo nel modo giusto. Personalmente vorrei riuscire a fare molto di più perché mi rendo conto che c’è molto bisogno, forse non sembra ma nelle scuole c’è molto disagio.

Ci sono episodi che ricorda in particolare?
Ricordo che una volta, alla fine di un incontro, si è avvicinata a me una ragazzina che voleva ringraziarmi e mi si è gelato il sangue, perché si capiva che aveva vissuto qualche episodio spiacevole. Penso che ci sia molto bisogno di parlare di cose positive e la mia speranza è che, in questo modo, il mondo di questi ragazzi possa migliorare.

 

di Patrizia Palladino

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