Cambiamenti climatici e ambiente: l’intervista a Luca Lombroso

Stiamo vivendo una primavera piuttosto movimentata, balziamo sopra e sotto le medie del periodo. C’è chi indossa già i sandali e chi ancora usa il giaccone. Ma i dati, fin qui, cosa dicono? Risponde il meteorologo Luca Lombroso, responsabile tecnico dell’Osservatorio Geofisico dell’Università di Modena e Reggio: “La primavera è, di per sé, una stagione movimentata, si passa da anticipi d’estate a ricordi d’inverno, purché non si esageri! Negli ultimi anni, però, sono state più frequenti le anomalie calde, come ad aprile 2011 quando a Modena si toccarono, per la prima volta, i 30°C o i calori di maggio 2009, 2012 e 2017. Per opposto, a volte ad aprile la neve cade in collina, non è così raro. Quest’anno abbiamo avuto un marzo mite e siccitoso e un aprile meno caldo, ma più caldo della media, e piovoso come vuole la climatologia… era necessario!”.

Siamo a maggio, arriva il caldo? Cosa dicono i modelli meteo?
Mentre parliamo è venerdì 3 maggio e si prospetta un’irruzione di aria fredda storica, neve a basse quote. Se dovesse comparire la neve in città, sarebbe un evento storico. Accadde anche il 6 maggio 1861, 10 cm di neve in città con danni, disagi e ritardi nelle diligenze… figuriamoci se capitasse oggi! Ma ne riparleremo se succederà.

Durante l’inaugurazione dell’Osservatorio, restaurato e ora visitabile, lei accennava ai tempi in cui una persona abitava lì e faceva le rilevazioni ‘a mano’. Curiosa l’idea di qualcuno che viveva lassù, ci racconta di più?
Sì. Fino al 1984 un osservatore custode viveva nell’appartamento a fianco del torrione ed eseguiva quotidianamente le osservazioni. Non c’erano i computer e si leggevano gli strumenti 4 volte al giorno, Natale e Pasqua compresi, e così era dal 1830. Il primo fu il meccanico Giuseppe Sgarbi, che costruì anche strumenti e lavorò fino alla notte prima della sua morte, è annotato negli annuali. L’ultima a farlo è stata la signora Anna Sola. Suo padre Giuseppe Sola salvò strumenti e registri, trafugandoli quando nel Palazzo Ducale c’era il comando nazifascista, rischiando la vita.

Da anni lei parla di ‘nuova normalità’ in riferimento ai cambiamenti climatici e, a volte, è stato tacciato di ‘allarmismo’. Greta Thunberg, giovane attivista ispiratrice dei Fridays For Future, sta diffondendo con forza l’allarme sul clima. Giudica positivamente questo fenomeno?
E’ in atto qualcosa che sta cambiando la sensibilità dell’opinione pubblica per far pressione sui politici. Vidi Greta a Katowice, a COP 24, a un evento rivolto ai giovani ma non parlò molto, come fece, invece, quando parlò di fronte al segretario Generale ONU. Sapevo della sua forma di protesta e non mi stupisce che sia diventata un’influencer, è un nuovo modo di fare pressione tramite i social network. Possono piacere o meno, ma i social ci sono e ben venga se fanno cose positive per ambiente e clima.

Ridurre l’impatto ambientale significa optare per una mobilita sostenibile ma anche per un drastico cambiamento nel modo di consumare, ce la faremo?
Ce la possiamo fare, se ci uniamo tutti, società civile, imprese, agricoltori, scuola, ricerca, religioni di tutti i tipi e naturalmente politici. Su pressione del movimento Extinction rebellion, in Scozia e Galles è stata dichiarata “emergenza climatica”, il primo passo per avviarci all’era post combustibili fossili. O lasciamo sotto terra petrolio, gas e carbone, o i combustibili fossili porteranno all’estinzione molte specie viventi e magari perfino i sapiens.

 

di Patrizia Palladino

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