Il Bilancio del Comune di Modena: la manovra fiscale con addizionale Irpef

Con il Bilancio preventivo, il Consiglio comunale ha approvato con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica) e quello contrario delle minoranze (Movimento 5 stelle, Lega Modena, Fratelli d’Italia-Popolo della Famiglia e Forza Italia), anche le due delibere relative alla manovra fiscale.

Con l’aumento delle addizionali Irpef non viene toccato lo scaglione di reddito più basso, fino a 15 mila euro, e si mantiene la progressività sugli scaglioni superiori. Il Comune di Modena prevede di incassare 1,8 milioni in più. L’impatto sui contribuenti degli scaglioni interessati varia, a seconda dei livelli di reddito, tra i 30 e gli 85 euro all’anno. Per il 2020 si prevede un gettito complessivo dall’Irpef di 19,7 milioni di euro.

Il Comune, diversamente da altri enti locali della regione, non ha mai applicato l’addizionale dello 0,8 a tutti gli scaglioni, ma solo a quello più alto, oltre i 75 mila euro. Le aliquote sono ferme da una decina di anni. Lo scaglione fino a 15 mila euro è allo 0,5 e rimane a quel valore, senza aumenti. Il secondo scaglione (tra 15 mila e 28 mila euro) passa da 0,52 a 0,64; il terzo scaglione (da 28 mila a 55 mila euro) da 0,58 a 0,75; il quarto (tra 55 mila e 75 mila euro) da 0,78 a 0,79.

Il gettito complessivo previsto con la “nuova Imu” corrisponde alla somma Imu e Tasi dello scorso anno e cioè 51 milioni di euro, con una rimodulazione delle aliquote negli spazi di autonomia lasciati agli enti locali.

Nel 2020 passano da 11 a 15,5 milioni di euro, invece, le risorse che devono obbligatoriamente essere accantonate con i Fondi crediti di dubbia esigibilità (la percentuale prevista dalle norme aumenta dall’85 al 95 per cento), con una crescita, in particolare, per quelli relativi alle sanzioni per violazioni del Codice della strada (oltre 7 milioni gli accantonamenti nel 2020) e alla Tari (più di 4 milioni). Nel 2021 la quota degli accantonamenti salirà al 100 per cento e la cifra complessiva supererà i 17 milioni di euro.

Con la “nuova Imu” si semplificano anche gli adempimenti tributari con accorpamenti di aliquote che, insieme all’informatizzazione di alcune comunicazioni, consentiranno anche di migliorare l’attività di controllo. Tutto il sistema di recupero dell’evasione viene rafforzato, anche per garantire maggiore equità, con un miglior coordinamento tra i diversi uffici e l’avvio di nuovi strumenti nel corso del 2020.

Sono confermate anche nel 2020 le tariffe dei servizi a domanda individuale resi dal Comune di Modena: un elenco di prestazioni che comprende tra gli altri gli asili nido e le mense, ma anche i centri diurni e il trasporto scolastico. Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando nella seduta di giovedì 26 marzo, la delibera accessoria al Bilancio di previsione 2020-2022. Il documento finanziario determina l’offerta ai cittadini nei settori del welfare, della scuola e della cultura.

Come ha spiegato assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza, le tariffe per queste prestazioni hanno un valore economico superiore rispetto al contributo richiesto ai cittadini. Per i servizi indicati, l’impegno economico totale per l’ente è di 22 milioni e 116 mila euro. Le tariffe previste per i cittadini ammontano complessivamente a 9 milioni e 34 mila euro, con una percentuale di copertura dei costi per il Comune pari al 40,9 percento. La cifra delle entrate destinate all’ente comunale aumenta al 54,3 percento se alle tariffe si aggiungono le contribuzioni e le entrate a specifica destinazione.

Il disavanzo dei servizi a domanda individuale, ovvero le spese totali sottratte le entrate totali, è di 10 milioni e 100 mila euro che costituiscono l’impegno che il Comune copre con la fiscalità generale.

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