Scuola, ma quanto mi costi?! Ne parliamo con Federconsumatori

Foto di repertorio

Dopo due anni di asticella ferma, quest’anno aumentano le spese che le famiglie devono sostenere per l’avvio dell’anno scolastico. Federconsumatori nazionale ha pubblicato il consueto report annuale a riguardo. A quanto ammonta la spesa, lo abbiamo chiesto a Marzio Govoni, Presidente di Federconsumatori Modena: “L’aumento – ci spiega – sarà in particolare sui libri. Dopo 2 anni di contenimento dei prezzi, quest’anno l’aumento è di un 3%, molto vistoso anche in rapporto all’evoluzione dei salari. Aumenta anche la spesa per il corredo scolastico, dell’1,3%. Abbiamo ipotizzato una spesa massima, per il primo anno della scuola media, attorno ai 1.100 €, praticamente uno stipendio. Nel mercato vediamo scarsa circolazione dell’usato, in particolare qui da noi nel modenese, rispetto invece alle grandi città. Nelle case editrici, poi, è in uso una modalità che noi contestiamo da sempre, cioè quella di ‘ricopertinare’ i testi, per cui da un anno all’altro spesso la differenza è solo la copertina o poco altro: questo mette in discussione l’usato e porta una maggiorazione del prezzo. Rileviamo, inoltre, la necessità di andare verso una svolta digitale importante, ad esempio sui dizionari, anche per ridurre il peso sulle spalle dei nostri figli”.

Una spesa enorme per la scuola dell’obbligo, il diritto allo studio si scontra con il libero mercato. La colpa però non è solo degli editori, non crede?
Noi non abbiamo segnalazioni del superamento dei tetti di spesa indicati dal Ministero e nemmeno di scarsa attenzione. Anche gli insegnanti conoscono il tema, ma non credo che abbiano la possibilità di condizionare l’industria editoriale. Occorrono scelte di fondo che facciano durare un testo scolastico un numero sufficiente di anni perché possa finire la sua vita, sfasciato magari, ma dopo essere passato da tre/quattro mani. Per contenere la spesa, abbiamo richiamato l’attenzione degli insegnanti a limitare le indicazioni di testi non obbligatori. Su astucci e zaini, l’indicazione ai genitori, è invece quella di contenere le richieste dei figli sul modello con il rapper del momento che costa anche più del doppio e dopo un mese passa di moda.

Perché, secondo lei, l’usato a Modena non decolla? Solo perché è una piccola città?
Secondo me c’è anche un problema culturale. Diciamo che vendere i libri può esser preso come un segnale sulla propria situazione economica, ma non è così. Dall’altro lato manca un soggetto che renda ‘normale’ lo scambio di libri, serve uno sforzo generale. I libri vanno conservati in buono stato e tenuti abbastanza integri per poterli poi vendere. Ricordiamoci che sono un ingombro e che dopo un po’ di tempo diventano del tutto inutili. Dobbiamo prendere il ritmo: acquisto, faccio attenzione a come lo uso e infine rivendo. La durata di vita dei libri di testo deve aumentare! Certo se ogni anno i testi vengono modificati, aggiungendo un paragrafetto in fondo o cambiando la copertina… è chiaro che quelli dell’anno prima non sono più nemmeno vendibili.

Per l’acquisto dei libri di testo, forse non tutti lo sanno, è possibile fare richiesta per avere un contributo dalla Regione, erogato dai Comuni…
Sì per le famiglie che hanno un ISEE inferiore ai 10.600 € circa per la Fascia 1 e a 15.700 circa per la Fascia 2. Sono casi limitati ma è bene tenere presente che c’è anche questa possibilità

(le domande devono essere inoltrate entro il 31 ottobre. Per maggiori info: scuola.regione.emilia-romagna.it)

 

di Patrizia Palladino

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