Vox Populi: negozi aperti anche di domenica? Il parere dei modenesi

Stop alle aperture domenicali di negozi e centri commerciali: fa discutere l’annuncio del vice premier Luigi Di Maio intenzionato ad accelerare la stretta sulla liberalizzazione delle aperture e degli orari nel commercio, introdotta nel 2011 con il decreto Salva Italia. Il governo non intende tuttavia impedire l’apertura dei negozi le domeniche o nei giorni festivi – ha chiarito Di Maio – ma prevede di introdurre un meccanismo di turnazione che faccia sì che resti aperto solo un quarto degli esercizi. Una proposta che trova l’ampio consenso dei sindacati mentre la grande distribuzione è sul piede di guerra e parla di perdita di posti di lavoro. Coop Alleanza 3.0 chiarisce la sua posizione: “Abbiamo cercato il più possibile di conciliare tra il diritto dei lavoratori e il diritto dei consumatori a fare la spesa: Coop è comunque chiusa per scelta in 7 festività: oltre alle tradizionali chiusure il 1° gennaio, Pasqua, Pasquetta, Natale, Santo Stefano, anche in date come il 25 aprile e il 1° maggio, in cui altre catene invece restano aperte”.

I cittadini si dicono divisi tra favorevoli e contrari, mentre una regolamentazione è vista positivamente dai titolari dei piccoli negozi del centro. “Le liberalizzazioni delle aperture delle attività commerciali, introdotte dal governo Monti – fa sapere Confesercenti Area Modenaavrebbero dovuto dare una spinta ai consumi ma così non è stato: nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono state inferiori di oltre 5 miliardi di euro ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione”. E aggiunge: “È importante, a questo punto, arrivare ad una revisione dell’attuale regime con una norma condivisa e sostenibile. Noi non chiediamo di stare chiusi sempre, ma di restare aperti solo quando e dove necessario, come ad esempio nelle località turistiche”. Per Bruna Lami, vice presidente Ascom Confcommercio Modena “a fare le spese di questa liberalizzazione sempre crescente sono stati soprattutto i piccoli esercizi, circa il 10% di essi si è trovato costretto a chiudere.

Nonostante queste difficoltà, non è pensabile l’idea di tornare indietro; l’unica cosa possibile è arrivare a un buon compromesso, che concili libertà di impresa, servizio al consumatore e qualità della vita dei lavoratori del settore commercio. Il “modello Modena” su cui Confcommercio ha lavorato (8 aperture domenicali) rappresenta un buon punto di equilibrio con una turnazione tra esercizi”.

Il parere degli intervistati

Giancarlo, studente: “Assolutamente contrario: l’impatto economico si tradurrebbe in licenziamenti, si tratterebbe di un passo indietro, un ritorno a sette anni fa“.

Cinzia, commerciante: “Io la domenica faccio molta fatica a tenere aperto essendo da sola in negozio, sono favorevole ad una regolamentazione delle aperture“.

Federica, commessa: “Sono contenta perché tutte le domeniche in negozio per noi è pesante. Sono d’accordo su una turnazione delle aperture, come due domeniche al mese“.

Filippo, avvocato: “Io sono a favore delle aperture e della libertà d’impresa. A chi dice che si toglie tempo alla famiglia rispondo: e le famiglie di infermieri e medici?

Francesca, commessa: “Mi farebbe piacere un giorno in più per riposare, nell’interesse del negozio no. La domenica è un’occasione buona per andare in centro e fare acquisti“.

Luciano, pensionato: “Va bene così perché la gente lavora e la domenica può aver bisogno di andare a fare acquisti o la spesa. Siamo in Europa e dobbiamo adeguarci“.

 

di Giada Chiari

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