L’emergenza Coronavirus a Soliera, intervista al sindaco Solomita

Il nostro continuo viaggio immaginario lungo il territorio della Provincia questa settimana ha fatto tappa a Soliera, dove il Sindaco Roberto Solomita (foto) ci ha spiegato come la città sta affrontando la crisi, affidandosi molto alle azioni di volontariato.

Sindaco, quali sono le principali criticità del territorio solierese?
Le criticità sono quelle che vivono un po’ tutti. Anche come numeri di casi siamo allineati con il resto della provincia: abbiamo 53 contagiati in isolamento domiciliare, 5 in ospedale, 6 deceduti e 21 i guariti (i dati sono relativi al momento dell’intervista ndr). Sicuramente il virus ha avuto un impatto importante. C’è una cosa che abbiamo cercato di svolgere con il massimo dell’impegno, ossia sostenere le persone che questa crisi ha colpito anche dal punto di vista economico. Abbiamo ritenuto fosse importante cercare di garantire, rispetto anche alle indicazioni che ci ha dato il governo, un progetto importante di distribuzione dei generi alimentari che coinvolgesse anche i volontari e il volontariato.

Come si sviluppata questa distribuzione di generi alimentari?
In un paio di giorni abbiamo raccolto le domande online, senza fare graduatorie. In questo modo quindi siamo rapidamente riusciti ad avere tutti i nominativi a cui mandare i prodotti. Abbiamo coinvolto la cooperativa sociale che gestisce il social market normalmente, che ha attivato tanti volontari, circa 70, con tutti i mezzi e gli automezzi delle associazioni e usando un capannone che ci ha messo a disposizione il Comune di Carpi. Sono stati comprati, o raccolti da donazioni, tutti i prodotti che costituivano un paniere tipo da consegnare ad ogni famiglia, riuscendo a farlo entro Pasqua. Per questo motivo abbiamo ricevuto centinaia di messaggi di ringraziamento. E’ stata una bella operazione di comunità, perché in un momento di difficoltà, al di là del sostegno materiale, credo sia giusto proporre una risposta corale, l’impegno attivo delle persone che portano sostegno ad altre persone del territorio.

Com’è avvenuta, invece, la distribuzione delle mascherine?
Per quanto riguarda le mascherine abbiamo fatto un misto. Ci siamo concentrati sulla distribuzione a domicilio soprattutto alle famiglie che avevano un bisogno sociale, con persone non autosufficienti. Il resto l’abbiamo lasciato davanti ai supermercati, affinché potessero essere fornite ai clienti che erano sprovvisti di mascherina al momento di fare la spesa. Tutte le farmacie del territorio, però, sono fornite di mascherine per la vendita. Visto che gratuitamente saremmo riusciti a dare una mascherina usa e getta per famiglia e questo ci sembrava poco efficace, ci siamo concentrati su chi non poteva procurarsene, dato che il resto dei cittadini può acquistarle direttamente in farmacia.

Usate molto i social per stare vicino ai cittadini?
Si, certo. C’è stata un po’ una rivoluzione nel modo di stare in contatto. Noi garantiamo questa diretta quotidiana in cui informiamo i cittadini, anche tradotta nel linguaggio dei segni per non udenti. Abbiamo inoltre fatto l’elenco delle attività che garantiscono il servizio di consegna a domicilio.

Avete in programma anche qualche iniziativa culturale online?
Stiamo facendo relativamente poco, se non attraverso la Fondazione Culturale Campori, perché l’offerta della rete è piuttosto elevata. Credo che un Comune debba concentrarsi di più su offrire i servizi che nessun altro promuove, con le risorse a disposizione.

Ci sono novità per quanto riguarda la Fiera di Soliera?
Quotidianamente monitoriamo tutti gli eventi che avremmo dovuto realizzare per capire, in base alle scadenze, cosa potremo mantenere e cosa dovremo invece cambiare o annullare. Perciò aspettiamo di capire meglio la cornice dentro la quale eventualmente tenere le manifestazioni e gli eventi e in che modo farlo. Al momento dunque è tutto fermo.

di Mattia Amaduzzi

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien