Castelfranco: il genio di Paz. Andrea Pazienza trenta anni dopo”

Il progetto “Il genio di Paz. Andrea Pazienza trenta anni dopo” è concepito per ricordare Andrea Pazienza a trent’anni dalla sua scomparsa. Il grande fumettista e illustratore è unanimemente considerato uno dei grandi artisti dell’epoca contemporanea che ha rivoluzionato il disegno e la scrittura del fumetto tradizionale. Dopo il successo dello spettacolo teatrale di Andrea Santonastaso, il progetto si compone anche di un incontro pubblico e di una mostra.

L’incontro programmato alle ore 17 di sabato prossimo 23 giugno nella sala “G. degli Esposti” della biblioteca comunale di Castelfranco Emilia, riunisce diversi esponenti della stagione bolognese di cui Andrea Pazienza è stato protagonista, oltre a esperti e giornalisti. Saranno presenti, tra gli altri, Franco “Bifo” Berardi, saggista, leader del movimento bolognese del ’77 e co-fondatore di Radio Alice; Franco Giubilei giornalista de “La Stampa” con all’attivo due volumi su Andrea Pazienza; Giuseppe Palumbo fumettista, autore delle tavole di “Mare d’inverno” da una storia originale di Andrea Pazienza; Nino Pellacani allievo di Andrea Pazienza alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger di Bologna e Daniele Brolli. Presenta l’incontro Michele Smargiassi giornalista di “Repubblica”.

La mostra a entrata libera, che inaugura sempre sabato prossimo 23 giugno a Palazzo Piella alle ore 19, restituisce uno spaccato dell’arte dell’autore attraverso una scelta di famose storie a fumetti e illustrazioni riprodotte in grande formato e alcune tavole originali. La novità assoluta sarà la presentazione in anteprima di una sceneggiatura inedita di Andrea Pazienza illustrata per l’occasione dal fumettista Giuseppe Palumbo pubblicata nel numero di giugno della rivista Linus in uno speciale dedicato all’anniversario della scomparsa di Andrea Pazienza, qui esposta per la prima volta in originale. La mostra a cura di Luca Cesari, sarà aperta fino al 29 luglio con i seguenti orari: martedì e venerdì dalle 10 alle 12 – sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

 

Introduzione alla mostra
Organizzando una mostra su Andrea Pazienza, la prima domanda che sorge spontanea è: riusciremo a dare conto di una personalità artistica poliedrica, eclettica, poetica e dirompente come la sua? La risposta è semplice. No.

Con questa mostra non abbiamo la pretesa di spiegare chi era o cosa ha rappresentato per la nostra generazione Andrea Pazienza, ma abbiamo voluto ricordare uno dei grandi geni artistici del Novecento a trenta anni dalla sua scomparsa

Questo artista (perché di arte si tratta) nel corso di dieci anni a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del fumetto e dell’illustrazione, come forse nessuno aveva mai fatto prima. L’eclettismo è forse la cifra stilistica più evidente di Andrea Pazienza, che lo differenzia da altri grandi artisti che hanno attraversato la sua epoca come Magnus, Liberatore, Pratt, Manara, solo per citarne alcuni, che sono rimasti fedeli a un proprio linguaggio grafico durante tutta la loro carriera. Ma l’eclettismo sarebbe nulla di per sé se non fosse unito a un grandissimo talento artistico nel raffigurare mondi reali e immaginari con un’enorme ricchezza di dettagli che potevano ridursi e fondersi in pochi tratti essenziali, grazie al fantastico dono della sintesi che contraddistingue questo autore.

Al di là dei puri aspetti stilistici, la sua arte è fatta anche, a volte soprattutto, di un modo del tutto nuovo di disegnare le storie, a partire dall’impaginazione che gioca con la griglia del fumetto classico attraverso una grande libertà espressiva. La sua narrazione procede di pari passo svincolandosi dagli schemi prestabiliti, sempre in bilico tra realtà e allucinazione, con esiti profondamente poetici. Anche in questo caso non è stata accordata alcuna preferenza ad alcun genere e si va dalle strisce comiche di Pertini e Pazienza partigiani, alle storie venate di sadismo di Zanardi, al mondo fantastico delle avventure di Pentothal, fino al graphic novel degli ultimi giorni di Pompeo, passando per vignette, illustrazioni e “sturiellett”.

Infine, la lingua utilizzata da Pazienza sia nel fumetto che, soprattutto, nelle singole vignette, è fortemente innovativa. Non cerca in nessun modo di ricreare il registro letterario, anzi usa il più possibile le inflessioni dialettali e le forme della lingua parlata. Refusi, distrazioni, divagazioni di una normale conversazione vengono resi sulla pagina con effetti che, in alcuni casi, sfiorano il nonsense e la più alta poesia in altri.

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