Castelfranco: l’intervista al nuovo Sindaco Giovanni Gargano

La continuità con ciò che è stato fatto di positivo negli ultimi cinque anni in cui è stato assessore con deleghe importanti, su tutte quella della sicurezza, ma anche l’obiettivo di andare oltre e di migliorare, dove sarà possibile farlo. E’ questa la filosofia del nuovo sindaco di Castelfranco Emilia Giovanni Gargano, eletto dopo il ballottaggio dello scorso giugno. Una filosofia evidenziata anche dalle scelte effettuate per la nuova Giunta. “Ho puntato su alcuni ragazzi che erano già con me nella precedente Giunta e che hanno dimostrato di avere la voglia di portare a termine alcuni percorsi iniziati. Questo nel segno della continuità”, spiega Gargano. “Sto parlando di Denis Bertoncelli, Leonardo Pastore, Nadia Caselgrandi e Valentina Graziosi. Poi ci sono tre inserimenti importanti, energie nuove che si sono suddivise deleghe complesse e delicate. Sto parlando, ad esempio, di Matteo Silvestri per volontariato e partecipazione, tra le altre. Ma anche Francesca Capuozzo, con deleghe trasversali come quelle di Castelfranco Europa, turismo e legalità, e Rita Barbieri, che si occuperà invece di quelle educative. Abbiamo iniziato il nostro percorso da poche settimane e dobbiamo innanzitutto fare squadra e imparare a conoscerci”.

Una delega importante come la sicurezza se l’è tenuta per se. Una scelta di continuità, visto che se n’è occupato negli ultimi cinque anni?
Si, ho pensato che avesse senso continuare il percorso intrapreso negli ultimi anni. Naturalmente guardando sempre oltre, perchè per la sicurezza il lavoro non è mai finito. Bisogna portarlo avanti attraverso l’uso di nuove tecnologie, nuove progettualità, il coinvolgimento dei cittadini, ma anche l’ottimizzazione e l’implementazione delle risorse che si hanno. Io vorrei creare una tenenza dei Carabinieri più grande, che sia in grado di ospitare un maggior numero di uomini, ma anche un presidio dei Vigili del Fuoco che possa avere competenza sulla nostra Unione (da Bomporto a San Cesario) e una nuova sede della Protezione Civile. Quindi un sistema integrato in risposta al problema della sicurezza.

Il centro storico di Castelfranco è la via Emilia. Da anni si parla di una sua pedonalizzazione. Pensa sia possibile?
Per Castelfranco la chiusura definitiva della via Emilia sarebbe un cambiamento epocale e per arrivarci bisognerebbe creare una serie di condizioni, in particolare legate alla mobilità e ai parcheggi, che al momento non ci sono. E’ un percorso quindi che va studiato bene. Ci siamo però dati un obiettivo, anche per rispondere a ciò che ci impone il piano dell’aria regionale: cercare di chiudere sempre di più questa strada per studiare meglio la situazione.

Si era parlato di arrivare a chiuderla tutte le domeniche…
Si, io mi sono dato una delega che ho chiamato CFE 52, che significa Castelfranco Eventi 52. Ci siamo proposti, quando sarà terminato il secondo stralcio dei lavori in centro storico e cioè tra marzo e aprile 2020, di chiudere la via Emilia tutte le domeniche organizzando eventi. Io mi auguro che le iniziative possano portare a nuove aperture di negozi o a convincere i commercianti ad aprire anche la domenica. L’obettivo è inoltre quello di eliminare dal nostro centro storico tutte le situazioni di degrado e per farlo abbiamo intenzione di prendere spunto da ciò che è stato fatto a Modena per la Pomposa negli ultimi anni.

Lei parla spesso di turismo. Ma una città come Castelfranco potrebbe davvero essere appetibile per i turisti?
Assolutamente si. A Castelfranco ci sono degli elementi di attrazione poco conosciuti, che vanno valorizzati. C’è l’aspetto delle eccellenze della filiera agroalimentare, quelle motoristiche, con il Museo Righini, che contiene la prima auto di Enzo Ferrari, e la Pagani nel giro di pochi chilometri. E poi c’è Villa Sorra, con uno dei giardini romantici più belli del Nord Italia, il bosco di pianura più grande della regione, quello di querce di Bosco Albergati, e l’Oasi floro-faunistica di Manzolino, dove vengono fotografi da tutta Europa per riprendere gli uccelli. Si tratta di mettere queste eccellenze a sistema con Modena e Bologna. Sarà una delle nostre sfide per i prossimi anni.

Parliamo di mobilità ciclabile. Pensa che si possa fare qualcosa a Castelfranco in tal senso?
Si, la nostra intenzione è di cucire i vari tratti di pista ciclabile del territorio con un km di cucitura all’anno. Inoltre studiare una nuova viabilità, sia nel capoluogo che nelle frazioni, che prediliga il movimento a piedi e in bicicletta. Dovremmo cercare di ottenere il raggiungimento delle frazioni con delle ciclopedonali apposite, il che avrebbe ripercussioni favorevoli anche dal punto di vista del benessere fisico dei cittadini.

Sindaco ce l’ha ancora l’idea del Consiglio Comunale itinerante?
Certo, già il primo lo abbiamo fatto in Piazza Garibaldi e, nonostante ci fosse molto caldo, ha avuto una grande partecipazione. L’obiettivo sarebbe spostarlo ovunque ci fosse una mozione o un ordine del giorno particolare. Oppure portarlo semplicemente nelle frazioni 3 o 4 volte all’anno. Insomma, quello che io ho definito “il consiglio con le rotelle”.

 

di Giovanni Botti

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