Ciacarare Modenese: altro che la dieta, ecco a voi il ludero

Lùdero. Ingordo mangione. Frase tipica: ‘ragaz, ho mangiato come un lùdero’. Si trova anche lùdro, specie nel ferrarese. Dal latino uter, ovvero otre. Il lùdero odia il fighinettismo della cucina 2.0 a base si cagate di piccione e caccoline di cibo destrutturato, ma ama la cosiddetta sbadilata di gramigna con sulsèza e i carrelli elevatori di bolliti gonfi di fauna morta. Ha bisogno di riempirsi all’inverosimile, vuole uscire dal ristorante gonfio come al 9° mese di gravidanza. Ingloba sforzinate delle dimensioni di un pallone da rugby e chiarisce pistoni di lambro spazzando gnocco bisunto e fette di salume alte come i Fratelli Karamazov. Preferisce la compagnia di altri lùderi, con i quali imbastisce veri e propri Giochi Senza Frontiere di ruminazione, mentre teme le uscite ‘galanti’ a scopo di imbarco nelle quali è costretto, per motivi di decenza romantica, a frenare il suo irrefrenabile bisogno di auto-farcirsi.

Se va alla pizza con una tipa, vive una nevrotica guerra con i suoi progetti di spazzolare una tripla mozzarella con sopra porcini, gorgonzola, speck, uovo all’occhio di bue, stinco, patatine fritte e una biolca di lasagne seguita da 15 palline di profiteroles e un cassonetto di birra, caffè, amaro, limoncello. Lei prenderà l’inevitabile pizza alle verdure che ordinano solo le femmine, ossessionate dal problema dell’andare regolarmente di corpo (sottolineatura che ne devasta il sex appeal agli occhi del lùdero) e per palesare corrette intenzioni dietetiche, finendo per sbocconcellare appena 1/5 di pizza per sfoggiare la propria auto-disciplina nello stare a stecchetto restituendo cornicione e gran parte del garullo al camarro. In questo caso il lùdero si accontenta di una Napoli ma poi, dopo aver accompagnato a casa la tipa che già deve correre ad espellere le verdure di cui sopra, farà una capatina in un kebab per biasanòt o un fast food per fiondarsi su hamburger e altre malsane fritture, mentre uno schiavo micro-salariato dà lo straccio in attesa che il lùdero finalmente esploda.

di Stefano Piccagliani

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