Frichetto: in vernacolo frichètt o fricàtt, differenza di pronunzia che dipende dalla distanza dal Meridiano 0 della Fossalta. Termine atto a definire un umano maschio di prestanza fisica pari al nulla, magro, brevilineo, ossuto, ‘c’al g’hà i pè chi pòzen ed brilantèina’. Si ignorano le origini semantiche del delizioso vocabolo, anche se appare evidente il legame col termine anglofono freak – traducibile in ‘anomalo’ o ‘inconsueto’- parola resa celebre da un indimenticabile film di Todd Browning in cui si raccontavano le tristi disgrazie di alcuni ‘atipici’ fenomeni da baraccone. Il frichetto è quindi un mini-freak, antitesi assoluta del giandone che però, pur essendo come si è detto l’esatto contrario del frichetto, non potrà per questo essere definito fricchettone. Il frichetto mostra spesso grande dinamicità corporea, ha movenze da marionetta del teatro dei pupi, calza il 37 di piede e il 54 di beretìno. Solitamente è dotato di vocetta stridula da adolescente non pienamente sviluppato e di manine da Cicciobello, ma proprio per sopperire alle sue evidenti carenze strutturali spesso il frichetto presenta fortissima personalità da maschio Alfa, spirito dominatore, ganassa impavida e atteggiamento impettito con il quale tenta, a volte persino riuscendoci, di sovrastare gli altri, anche grazie ai sopratacchi di cui la mamma gli ha dotato i mocassini maròn.
Il frichetto è tipo poco raccomandabile specie quando si trova in auto, che di solito funge da espansione spaziale della miseria di sagoma del frichetto. Egli infatti si dimostra polemista all’eccesso nei confronti di chi non gli dà strada: ‘L’ètra sìra a ièra fèrem al semàfor, dàp 1 secànd cl’è gnù al vèrd a gh’è un dedré c’am sòuna…alòra mè a l’ho mandé a caghér…bèmo, a smòunta zà dala màchina un bagonghi èlt un mèter e un càz…l’èra càl fricàtt dal zandèr ed Gibertèin…’. Per motivi di compensazione karmika, il frichetto è spesso dotato di notevole luganega, cosa che fa naturalmente pesare a tutti gli amici della compa per l’eternità.
di Stefano Piccagliani
