Ciacarare modenese. Essere impomati, quando non si riesce a mandar giù

Impomato: stompo a causa di ingestione di materiale alimentare di ardua deglutizione. Si trova anche la variazione ‘impomazzato’, che con quelle due aggressive zeta rende ancor di più la drammaticità. Ci si ritrova sovente ‘impomati’ quando si mangia qualcosa di particolare consistenza, ad esempio certe industriali merendine atomiche la cui gestione metabolica è abbastanza agevole se si è giovani ma che, al sopraggiungere dell’età matura, si rivelano impossibili da ingerire senza poi ritrovarsi con una spugnosa palla da bowling all’ingresso dello stomaco.

Ricordo di essere stato ospite in tribuna VIP per una partita di calcio durante la quale una delle due società, specializzata in prodotti alimentari, distribuì gratuitamente decine di muffins dal nome accattivante, tutti divorati tra il primo e il secondo tempo anche per scacciare il tedio derivato da uno spettacolo calcistico scarso. Nel giro di pochi minuti cominciarono i primi commenti tutt’intorno ‘Boia ‘sta merendina se impoma… Vacca ragàz, sono tutto impomato…’ eccetera.

Quando ci si dichiara ‘impomati’ c’è sempre qualcuno che consiglia un antidoto ‘che sturi’, riprendendo quindi il tipico linguaggio dell’idraulico davanti ad uno scarico ostruito. Alcuni suggeriscono sorbetti o gelatini al limone, alcuni cole gassate dalla mitologica funzione digestiva (nulla, in realtà), altri (più arditi) direttamente amari, con questi ultimi che conducono direttamente al reflusso gastro-esofageo. Inizia quindi un malefico ‘up&down’ del funesto bolo imbibito di alcol che diviene così impossibile sia da ingurgitare sia da rigettare.

Ma il caso più penoso di disfagia a seguito di ingestione di materiale impomante è certamente quello che capitò per lunghi periodi al sottoscritto il quale, bimbetto intrepido di sana costituzione, aveva però una nonna con la mania di utilizzare i savoiardi secchi come merenda-tipo. Il savoiardo secco, sappiatelo, è l’apice dell’ impomante, stompa senza pietà, impomerebbe anche un alligatore. O uno squalo bianco.

 

di Stefano Piccagliani

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