Ciacarare modenese. Le tre fasi della nanna: polleggio, gubbiata e spigozzo

Spigozzo: ultima fase della gubbiata, che di solito è anticipata dal polleggio. Spieghiamo: invalidato dall’imperante sbogliuzzo estivo che piega le ginocchia, spesso l’umano canarino sente il bisogno di concedersi un meritato riposino, magari dopo un pranzo leggero e veloce a base di passatelli in brodo, carrello dei bolliti completo di coteghìno, zampetti e lingua, sòppa inglèsa, fernet e pistone di lambro .

Durante la complicata digestione, mentre all‘umano appaiono varie visioni mariane sui muri di casa e putti alati volteggiano nella stanza pronti a trasportare la sua anima chissà dove, ecco che scatta la necessità della nanna rinfrancante, magari sul letto padronale. Questa è la fase del ‘polleggio’, sospensione rilassata dello stress quotidiano, sorta di meditazione trascendentale in salsa geminiana in cui il mantra ripetuto ad libitum è ‘an g’ho vòia ed fèr un càz’.

Nel caso in cui però il polleggio non risulti sufficiente a corroborare corpo e spirito, ecco che si entra nella fase della ‘gubbiata’, ovvero del sonno profondo e ristoratore. La durata della gubbiata può variare ma non è di ‘pisolini’ che stiamo parlando: la gubbiata deve rivelarsi ‘importante’ protratta nel tempo e con un sonno di massa a pieno carico di notevole entità. Al termine della ‘gubbiata’ ecco che scatta la lunga fase di ritorno sulla terra, ovvero di risveglio, rappresentata dallo ‘spigozzo’.

Il sonno si fa più impalpabile, perde in profondità ma acquista in piacevolezza sensoriale. E’ il momento in cui si prende a rimandare il momento del ritorno all’efficienza, il momento in cui si godono i piaceri dello stato di semi-veglia psichedelica durante la quale ci si gira e ci si rigira fluttuando tra mille mini-pisoli stropicciandosi gradevolmente.

Nulla, nella vita dell’umano, raggiunge vette di goduria quanto lo spigozzo mattutino dello studente già in vacanza estiva, che spigozza in deliziosa balia della frizzante aria mattutina indugiando avviluppato nel lenzuolino fragrante, come un involtino felice.

 

di Stefano Piccagliani

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