Bofil: bocchino. State calmi, bocchino per sigarette, cosa avevate capito? Interessante utilizzo urban-folk di un noto e glorioso brand di bocchini per identificare tutto ciò che promette molto ma mantiene poco. Curiosamente, con bofil si allude però all’ analogo pornazzo, che indica la pratica orale che la femmina rivolge generosamente al marusticano maschile (o cetriolo, in alcuni fortunati casi), attività considerata preludio ad ingroppamenti più cospicui e, implicitamente, più desiderabili, ahinoi delusi nel caso ci si fermasse al suddetto bofil.
L’utilizzo svaria in diversi settori, con particolare enfasi in ambito calcistico, come si evince dalla frase colloquiale ‘A l’ Inter a ‘iàm cumpré Gabigol in Brasìl c’al duìva èser un fenòmen invece l’era un bofil…’, ma anche in altre circostanze l’utilizzo può venir buono (L’ultimo Guerre Stellari? Ci ho portato i bimbi…pizza gelato e tre biglietti zèint vìnt euro, ‘na bòta zio scapé…xa dìt? Al film? Al film l’è un bofil…’) per arrivare ad altissime quote di espressione della propria coscienza civile (Renzi? E’ un bofil…). Grazie a questi esempi si evince tutta la mestizia derivante dalle attese disattese, dello sconforto che segue l’entusiasmo tradito, ed è peculiare come per riferirsi ad esse sottolineandole con l’evidenziatore, si faccia ricorso ad un esempio figurato che riguarda il ricevimento di un porco comodo e di una certa attenzione da parte femminile (o maschile, o transgender, o ciapa chi o ciapa là, se vi pare) che la maggioranza degli uomini considera auspicabile se non addirittura preferibile a quella di un faticante inzuppo attivo, con tutti gli strascichi muscolari e articolari che l’esercizio di contorsione nell’abitacolo di una Twingo spesso comporta. Naturalmente c’è chi dissente (i soliti eretici): alcuni esegeti riconducono il significato laterale di bofil al bocchino da sigaretta, che renderebbe meno soddisfacente l’esperienza del fumatore, ma noi sappiamo che questa spiegazione è un classico bofil.
di Stefano Piccagliani
