Ciacarare modenese, tipici modi di dire canarini: ùsta

Nel nostro caleidoscopico viaggio nel mondo del ciacaràre modenese, oggi prendiamo in esame il termine ùsta (in dialetto òsta), traducibile con ‘super-potere’. L’ ùsta è una misteriosa e mistica potenza innata, purtroppo non sempre disponibile, a cui ricorrere nel momento in cui si fa qualcosa di impegnativo. L’ ùsta era la Forza milioni di anni prima di Guerre Stellari. Il concetto è lo stesso: trovare dentro se stessi quel quid in più, quel campo di energia cosmica che può significare grinta ma anche perizia, l’illuminazione capace di conferire creatività ma anche expertise, saggezza e logica, precisione e passione. Il maestro avverte il discepolo: ‘Per fare quel lavoro qui ci vuol de l’ ùsta’. Al che il discepolo chiede: ‘E dove la trovo questa benedetta ùsta’? E il Maestro: ‘Devi trovarla dentro di te, ma per trovarla ci vuol de l’ùsta’. Il giovane Artù davanti ad Excalibur? L’ha druè dl’òsta. Davide con la sua fionda al cospetto di Golia? Cùl, ma anch ‘ne bèla òsta. Ulisse nella terra dei Ciclopi? Gran òsta. Jimi Hendrix a suonare la chitarra? Al ghìva dl’ òsta. Rocco Siffredi all’incontro con sei o sette pornociozze ungheresi schiave della salama da sugo? Tòta ‘na questiòun d’ òsta (Rocco profonde ùsta a piene mani). Anche nel quotidiano gli utilizzi fioccano come forfora, ad esempio all’interno di espressioni di biasimo per chi non riesce a portare a termine un progetto: ‘Bèmo xa fèt? T’enn nè bòun ed fér gninta! Quànd a nasìva i caiòun tè ed giiv ‘Prèm! Prèm!’ Matègh un po’ d’ òsta!’ L’ òsta quindi è il Graal della forza interiore, la bomba H che polverizza ogni esitazione, l’arma segreta per risolvere ogni maledetta magagna. L’ ùsta è necessaria per ogni grande impresa, per ogni gloriosa conquista, ma si può utilizzare anche nello svolgimento di compiti non proprio piacevoli che prevedono applicazione e forza d’animo, come si evince dall’esempio ‘L’ ambròsa ed Garuti la srà tersèint chìlò svistìda. Lò al mà dèt che quànd i fan l’amòr al dèv andér zà mèz mèter per truér dal chèld. Mè at degh che lelò al g’hà na bèla òsta…’

Di Stefano Piccagliani

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