Ciacarare modenese. Un antipatico effetto collaterale estivo: lo smalvino

Smalvino: improvviso e preoccupante mancamento, a volte preludio della perdita dei sensi oppure dell’imminente incontro alla reception dell’Oltretomba o con San Pietro o con Satana. Nei giorni del gran caldo estivo, quando l’atmosfera ambientale globale a queste latitudini provoca la sensazione di vivere immersi nel brodo di cappone, è consueto assistere ad episodi in cui certa maràia viene colta da smalvini vigliacchi, magari nel passare dai 480 gradi percepiti in Piazza Grande a certe arie condizionate-killer di negozi centraioli decisi a ricreare l’ecosistema artico.

C’è da dire che la ‘Geminian way of life’ spesso non aiuta. Stupisce infatti, ai 36 gradi minimi dello sbogliuzzo modenese, recarsi in un ristorante classic e leggere, nel menu, formule bizzarre tipo ‘carrello dei bolliti’, ‘zampone e fagioloni’, ‘passatelli in brodo’, ‘cannelloni al forno’, ‘fagioli con le cotiche’ e via di questo passo. Lo smalvino da calura, il colpino apoplettico da afa, lo svarione da disidratazione, arrivano alla sola lettura delle proposte cibarie, ancor prima di ordinare. Stupisce un po’ notare che l’ecelènsa culinaria del terìtorio non abbia previsto, nei secoli del suo prodigioso sviluppo, l’ipotesi per niente campata in aria che prima o poi, leggi da giugno a settembre, qui in zona ci sia un caldo vigliacco e che perciò la cucina delle ecelènse del teritòrio abbia un coefficiente di possibile mortalità pari ad una epidemia di peste bubbonica.

Per l’anziano, altresì pernicioso può rivelarsi il volere assistere, ad ogni costo, al saporito spettacolo dei cantieri aperti, in particolar modo le appetitose asfaltature, ovvero colate di bitume bollente direttamente vomitato dallo Stromboli, con la conseguenza che l’umarell rischia come minimo lo smalvino, solitamente preceduto da allucinazioni psichedeliche in cui il rullo compattatore si trasforma nella carrozza di Cenerentola tirata dai topini e gli addetti comunali si tramutano nel Cappellaio Matto, nel Coniglio Bianco e nello Stregatto.

 

di Stefano Piccagliani

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien