Ciacarare Modenese. Un ricavo pari allo zero: la tirèda ed borsa

Tirèda ed borsa: cifra ridicola, onere risibile, in particolar modo: retribuzione micragnosa. Con ’tirèda ed borsa’ si definisce una transazione economica di entità nulla o quasi, come è agile evincere da esempi colloquiali tipo: ’Dmènga a sàm andè a magnèr in ‘na piòla in d’la bàsa; a gh’era anch càl ciocapiàt ed Gibertèin… dù prèm, aròst mèst, patàchi al fòren da struzères, zinc o sé cunzèin ed gnòc a testa, zòpa inglèsa, àcqua, vèin, caftirèin e Fernet…’ ’Togo…s’iv spès?’ ‘Quendès euro a cràin’ ‘’Pòch…na tirèda ed borsa…’ In questo peculiare frangente la tirèda ed borsa sottolinea in tono positivo e compiaciuto un esborso contenuto, ma in molti più casi viene utilizzata per esprimere delusione o rammarico a seguito di offerte di incarichi di vario genere che però, ahinoi, non prevedono emolumenti di sorta. Evidentemente l’atto del tiraggio della rugosa sacca scrotale presenta un coefficiente di interesse erotico-genitale pari allo zero spaccato, a differenza di tutte le altre possibili ravanazioni dell’area in questione. Da qui il parallelo tirata di borsa = nessuna consistenza.

Nella nostra città è consueto, ad esempio, che qualche alto papavero di area filo-governativa-locale ti chieda di partecipare a qualche bislacca inisiatìva vantaggiosa (per lui) di carattere culturale o soiamè. Al momento della sacrosanta richiesta di retribuzione ecco però che scatta la reazione stizzita del papavero stesso, il quale pretende che, in nome della lotta unitaria verso il sorgere del sol dell’avvenire, non si proceda a volgari richieste capitalistiche di ricompensa (vedi: sterco del demonio). Si tratta di un fenomeno tipico nei territori ex-sovietici come il nostro. A questo punto non resta altro da fare che abbozzare e accettare l’istanza di collaborazione a-gratis, mossi da sensi di colpa progressisti al confronto dei quali i peccati biblici sono roba da ridere. Quando perciò si verrà interpellati su quanto ha fruttato la collaborazione, si risponderà ‘Al sòlit: ’na tirèda ed borsa…’.

di Stefano Piccagliani

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