Ciacarare modenese. Un rumore continuo scassaballe: il susùr

Susùr: fastidioso rumore indistinto. Esclamazione tipica in presenza di pollaio sonoro circostante: ‘cus’èl càl susùr ché?’ (alla quale può seguire un perentorio ‘vègna mè?!’), il che significa un disturbo audio magari dovuto a vocio schiamazzante in strada o a mezzi pesanti in manovra o anche distante gruppo hard rock in sala prove del quale arriva ai timpani solo un ronzio metallaro. Il susùr quindi non è un fragore improvviso, ma un lento ed inesorabile maceramento gonadico-auditivo capace di picchiare sui nervi come Cassius Clay.

Con susùr si può anche indicare il cosiddetto rumore bianco e cioè un particolare tipo di rumore caratterizzato dall’assenza di periodicità nel tempo e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze, ovvero qualcosa che fa casino ‘costantemente’, come ad esempio la cagnara canina che si scatena sotto casa mia ogni qual volta uno delle migliaia di sacchi di pulci presenti nel vicinato si mette ad abbaiare e a lui rispondono le legioni di botoli e molossi che ormai hanno per sempre sostituito i bambini sia in cortile sia nei cuori e nei testamenti degli affettuosi padroni.

Il susùr perciò è particolarmente pernicioso, perché a differenza dell’improvviso fracasso o dello spaventevole boato, come si diceva picchia sui nervi, regolare e inesorabile, impedisce l’uso della marùga, blocca le sinaspsi, frusta fino all’incoscienza addirittura il pisello. Allora, fin qua uno si è ricordato che il nonno era solito definire susùr il pollaio continuo dei bambini che giocavano in cortile e decide di scriverci un pezzo per la rubrica su Vivo.

Poi però, facendo due ricerche, scopre che il termine susùr, con l’accezione appena esposta, è presente nella lingua nonesa (Val di Non) con la definizione ‘baccano, confusione, rumore continuo’, ma non solo, scopre anche che susùr in romeno significa ‘rumore continuo e monotono causato da fenomeni naturali’ e allora comprende di aver scovato una pista linguistica misteriosa e promettente (ma che per approfondire vuole essere pagato molto di più dall’editore…).

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