Ciacarare Modenese: un temutissimo protagonista, la pugnetta

Pugnetta, in dialetto pugnèta o pugnàtta: persona amante della piccola vendetta meschina e contemporaneamente poco incline allo smussamento della propria perfidia caratteriale a scopo diplomatico. Animata da sadismo-light e da furbizia volpina, la pugnetta va maneggiata con cura al fine di evitare dolorose restituzioni di pan per per focaccia derivanti da figadiniche stupidaggini esistenziali. La pugnetta eiacula per la propria egoistica soddisfazione a danno del dispiacere altrui, ricorrendo, se necessario, all’uso di scorrettezze.

Esempi colloquiali: ‘L’ètra sìra a iàm zùghé a-còuntra quì dal bar Crusàtta in dal campionèt amatori. Al lòr terzèin a’s ciàma Gibertèin e al m’ha dè tànt ed chi chélz a cavàl di garàtt…m’oc pugnàtta…’ oppure: ‘La stmàna paséda a ièra in gìr con me muièra e a iò lasè la màchina in dal post di anormèl per dù minùt. Arìva ‘na pugnàtta d’un vìgil… bèmo, al m’ha dé utànta-zìnc bòun da mèll ed multa!’. La pugnetta quindi trae linfa vitale nell’inchiappettamento altrui, ciò per esaltare il proprio ego indefessamente vorace di conferme. La pugnetta è, infatti, spesso di bassa statura, di corporatura minuta, ossuta e spigolosa. Non di rado appare ipercinetica e contraddistinta da anomalo entusiasmo, tutte peculiarità sviluppate nel corso anni per distrarre l’occhio dell’osservatore dalle evidenti insufficienze fisiche.

Da qui la fonte del suo essere ‘pugnetta’: la necessità impellente di svettare in un mondo che le appare composto da maggiorati fisici. La pugnetta si accompagna a donne che ne ammirano la scaltrezza perfida fino al giorno in cui si accorgono di esserne le prime vittime. Separarsi civilmente da una pugnetta ha risvolti sanguinosi, quindi sovente i matrimoni durano tutta la vita, anche perché la pugnetta è naturalmente portata per la professione di avvocato. Immagino, cari lettori, che a questo punto vi starete domandando come mai non abbia affrontato il termine ‘pugnetta’ inteso come auto-pugnalazione erotica. Non l’ho fatto perché sono una pugnetta.

di Stefano Piccagliani

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