Ciacarare modenese: un termine in disuso ma sempre fashion, lo stimolino

Stimolino, in dialetto: stimulèin. Bambino hipster. Termine che si riferisce ad un minore decorato con costosi abiti di leziosa moda all’ultimo grido da genitori che pregustano il giorno in cui di mini-dandy verrà scelto dopo un casting come testimonial di polpose campagne pubblicitarie, cosa che permetterà loro di smettere di lavorare e mangiargli addosso. Dietro si cela un disperato bisogno parentale di affermazione sociale. Da un punto di vista terminologico, lo stimolino è destinato a crescere e a diventare ‘patacchino’. Corrobora lo stimolinismo anche la scelta di agghiaccianti pettinature fashion perpetrate da barbieri senza scrupoli, non ultima quella che prevede la quasi totale rasatura craniale con sinuosa cresta a guisa di stronzo pennellata sulla sommità del capo. Lo stimolino è quindi costretto ad affrontare il suo percorso infantile alla mercé di una sassaiola caramellosa o ingiuriosa, di suoi simili vecchi e giovani che si divertono a sottolineare il suo stimolinismo.

Vecchie zie sdentate e odorose di brodo e caramelle Rossana lo macereranno con le loro voci stridule e gli sputazzi scaturiti dal Kukident ‘Bèmo sei proprio uno stimolino!’ lasciandogli gote rossettate da bacini agliosi e arrossate da strizzate sadiche. I compagni di scuola si faranno beffa di lui tapino apostrofandolo ad ogni buona occasione con locuzioni tipiche dell’innocenza infantile tipo ‘fighetto di merda’. Lui, il malcapitato stimolino, vorrebbe tirare fuori la voce di Linda Blair nell’Esorcista e ribattere ‘E’ tutta colpa di quella babista di mia madre e delle sue paturnie se sono vestito come il Piccolo Lord!’ ma non può, causa la dipendenza economica che gli impedisce di scappare a Rio. Anche le ragazzine cacchineranno quella sua leccata svenevolezza, lazzinandolo ad ogni piè sospinto tutte innamorate di straccioni maudit come Fedez o Bello Figo. L’ossessione genitoriale finirà perciò nel tradursi in una nevrosi che s’attaccherà al povero cinnazzo come una piattola di Vinavil saecula seculorum.

di Stefano Piccagliani

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