Ciacarare modenese. Un verbo per un’azione di rara eleganza: scaracér

Scaracér: sputazzare prodotto salivare, a volte producendo palombelle ellittiche di pregevole fattura. Spesso l’atto è anticipato da rumorosi gorgoglii, udibili a considerevole distanza, che testimoniano la preparazione, di solito da parte di un omarino in bicicletta, di una scaraciàta (definita anche ‘scaracchiata’) in divenire.

Da tempo noto una bizzarra proliferazione di scaracci sui marciapiedi. Si lo so cosa state pensando ‘Oddio, ecco il solito babista che si è tramutato in vecchio brontolone in sclero che fa la punta a tutto…’. Avete indovinato: vi presento un anziano in sclero che fa la punta a tutto. Tornando a noi, ditemi se non l’avete notato. Si assiste inermi al rapido moltiplicarsi di scaracci provenienti da vari angoli del globo, sputazzi esotici di terre lontane, ai quali evidentemente viene dato un rapporto orrore/fastidio variabile.

Ad esempio è ormai sdoganato, grazie a specialiste forestiere di recente integrazione, lo sputazzo femminile, un tempo invalicabile tabù che invece oggi viene esibito con invidiabile nonchalance. Si lo so cosa state pensando ‘Ecco il solito babista che diventa improvvisamente razzista’. Niente di tutto questo, signori miei, non faccio altro che prendere nota della realtà. Del resto rimembro ancora i tempi in cui, intrepido bimbo, salivo su di un normale autobus cittadino e leggevo la targhetta immancabile che ammoniva: ‘Vietato Sputare’, completa di nota a margine ‘Lo sputo aiuta a trasmettere la tubercolosi’. Mi chiedevo ‘ma c’è bisogno di una targhetta per far capire alla maràia che non si deve scaracciare in autobus?’.

Erano anni preistorici meno politicamente corretti, anni in cui ci si fidava zero del senso civico del prossimo, dove vigeva solo la presunzione di colpevolezza, anni in cui si badava al sodo, come ad esempio al cinema dove campeggiava la scritta ‘Biglietto Ridotto: militari e mutilati’. Adesso in cambio di ‘sputare’ offrirebbero un sinonimo, tipo ‘Vietato espettorare espettorato’, ma la sostanza non cambierebbe.

di Stefano Piccagliani

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