Cinema. La recensione di Star Wars VIII: Gli Ultimi Jedi

Mentre il Primo Ordine si prepara a stroncare quel che resta della Resistenza, Rey consegna a Luke Skywalker la spada laser che fu sua, invitandolo a interrompere il suo esilio per salvare il mondo libero. Ma Luke non ne vuole sapere e il Lato Oscuro tesse la sua trama letale attorno agli ultimi ribelli” (MyMovies.it). Diciamoci la verità: oramai davvero comincia a non potersene più della saga di Star Wars, anche se le vogliamo tutti bene da tempo immemorabile. Forse anche perché questa nuova trilogia – arrivata dopo gli episodi I, II e III decisamente poco riusciti – comunque non appassiona fino in fondo, e propone dei nuovi personaggi non all’altezza di Han, Leia e Luke.

Il personaggio di Rey resta tutto sommato unidimensionale, causa probabilmente anche la non eccelsa prova d’attrice di Daisy Ridley (molto più in parte nel remake di Assassinio sull’Orient Express di Branagh). Poi sicuramente la storia che non si evolve mai, e non si capisce dove si vuole andare. Kylo Ren resta di gran lunga la figura più interessante di questa terza parte di Star Wars, complice anche l’interpretazione di Adam Driver. Ci si annoia abbastanza.

Gianluigi Lanza

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