Cinema, “Moonlight” di Barry Jenkins

“Moonlight” di Barry Jenkins

In programmazione al Filmstudio 7B.
Miami. Little ha dieci anni ed è il bersaglio dei bulli della scuola. Sua madre si droga, e lui trova rifugio in casa di Juan e Teresa, dove può parlare poco ma sa che può trovare le risposte alle domande che più gli premono. Nero fra soli neri, dei suoi coetanei non condivide l’atteggiamento aggressivo, l’arroganza che indossano fin da piccoli. Chiron – è questo il suo vero nome – non è un duro, ma nemmeno un debole. È gay e, anche se non lo dice, non sa essere chi non è, non sa e non vuole adeguarsi, così si ribella e finisce in prigione. Quando esce, Black è diverso, cambiato, apparentemente un altro, ma sempre lui (da mymovies.it).

Opera seconda (dopo l’inedito in Italia “Medicine for Melancholy” del 2009) dello sceneggiatore, produttore e regista Barry Jenkins (classe 1979), il bel film ha vinto quasi a sorpresa tre premi Oscar 2017, tra cui quello come Miglior Film. L’aspetto più interessante del film di Jenkins è quello della scoperta della propria omosessualità da parte del protagonista, un ragazzo di colore. Difatti non sono tanti i film che indagano questa tematica nella comunità afroamericana, e il regista sa come raccontare una storia. Da vedere assolutamente.

di Gianluigi Lanza

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