Cinema, “Un padre, una figlia” di C. Mungiu

In programmazione al Raffaello Multisala

Romeo Aldea è medico d’ospedale in una cittadina della Romania. Per sua figlia Eliza, che adora, farebbe qualsiasi cosa. Per lei, per non ferirla, lui e la moglie sono rimasti insieme per anni, senza quasi parlarsi. Ora Eliza è a un passo dal diploma e dallo spiccare il volo verso un’università inglese. È un’alunna modello, dovrebbe passare gli esami senza problemi e ottenere la media che le serve, ma, la mattina prima degli scritti, viene aggredita brutalmente nei pressi della scuola e rimane profondamente scossa. Perché non perda l’opportunità della vita, Romeo rimette in discussione i suoi principi e tutto quello che ha insegnato alla figlia, e domanda una raccomandazione, offrendo a sua volta un favore professionale (mymovies).

Il nuovo film del regista rumeno – (Palma d’oro con “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”) – vincitore a Cannes 2016 del premio per la Miglior Regia, è come al solito ottimamente scritto, girato ed interpretato, ma a nostro parere meno convincente delle altre opere di Mungiu. Le cose più interessanti sono quelle che non si spiegano, come il sasso lanciato dalla finestra, o le continue telefonate che creano un senso angoscioso di minaccia.

di Gianluigi Lanza

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