Dischi: ‘Barefoot in the Head’, la California di Chris Robinson

Chris Robinson Brotherhood – ‘Barefoot in the Head’

Da quando, nel 2012, ha messo in piedi la sua Brotherhood, Chris Robinson, il maggiore dei due fratelli fondatori dei Black Crowes, mitica band sudista anni ‘80-’90, ha già pubblicato cinque album di studio, una media di uno all’anno. Una prolificità che forse, in alcuni casi, è andata a discapito della qualità come è accaduto per gli ultimi due lavori del gruppo, “Phosphorescent Harvest” del 2014 e “Anyway You Love, We Know How You Feel” del 2016, con un alternanza di grandi canzoni e brani in cui non si capiva bene dove si volesse andare a parare.

Il nuovo album, “Barefoot In The Head”, si riavvicina maggiormente alla forma canzone, pur mantenendo quel sound che si rifà alla psichedelia californiana degli anni ‘70, ai Grateful Dead in particolare. Accanto alle ballate lisergiche e senza schema ci sono anche quei brani folk e country-rock con l’uso del banjo che resero grande “American Beauty” dei Dead, canzoni come “High is not the top”, dall’andatura vagamente bluegrass, o “She Shares My Blanket”, con riferimenti alla West Coast. La fascinosa “Glow”, invece, rimanda all’oriente, mentre l’iniziale “Behold the Seer” ha un ritmo quasi funky. In conclusione un disco fresco, piacevole, che si ascolta tutto d’un fiato.

di Giovanni Botti

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