Dischi: Eric Bibb racconta le “migrazioni” con il suo blues

Eric Bibb – “Migration Blues”

Non è la prima volta che, su queste pagine, parliamo di Eric Bibb, forse il miglior rappresentante del folk-blues acustico degli ultimi anni. Newyorkese di nascita, ma residente da diverso tempo in Svezia, Bibb ha ormai una discografia sterminata, tra album solamente a suo nome (ben 21!) e collaborazioni con altri artisti, e si è sempre mantenuto a un livello qualitativo al di sopra della media. Pubblicato dalla francese Dixiefrog, il suo nuovo lavoro è decisamente un album a tema, dedicato alle migrazioni e alle cause che nei secoli le hanno provocate, da quelle dei neri che fuggivano dal sud degli States verso il nord negli anni ‘20 del ‘900 a quelle attuali dei siriani che scappano dalla guerra. I 15 brani di “Migration Blues” hanno un suono molto scarno, solo voce, chitarra, banjo e l’armonica di JJ Milteau, e non ci sono quelle contaminazioni con sonorità africane e caraibiche spesso presenti nei dischi di Eric Bibb. Solo blues intenso e vissuto, con qualche deviazione, qua e la, verso il soul e il gospel (l’intima e bellissima “Brotherly Love”) e tre cover di spessore (su tutte una scurissima “Masters of War” di Dylan, ma anche “The Land is your land” di Guthrie, più scarna che mai). Da ascoltare con attenzione.

di Giovanni Botti

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