Dischi: “Hitchhiker”, l’album perduto del Neil Young anni ’70

Neil Young – “Hitchhiker”

I celeberrimi archivi di Neil Young si stanno pian piano aprendo per consegnare ai fan registrazioni di studio e live dalle alterne fortune e di diversa qualità. Questa volta tocca a un intero album solo voce e chitarra, registrato nel 1976 e ai tempi non pubblicato per decisione della Reprise, la casa discografica del canadese. Siamo a metà anni ‘70, un periodo di grande creatività per Neil, che aveva appena pubblicato un grande disco come “Zuma”, assieme ai fidi Crazy Horse. L’idea quindi di uscire con un album acustico venne vista quasi come una sorta di harakiri e la maggior parte di queste canzoni finirono nel dimenticatoio rivedendo la luce per la maggior parte nei tre lavori successivi in versioni più elaborate e quasi sempre migliori di quelle ora ristampate su “Hitchhiker”. Stiamo parlando, ad esempio, della “Powderfinger” elettrica di “Rust Never Sleeps”, o di “Ride My Llama”, sempre nello stesso album del 1979. Interessanti invece la “The Old Country Waltz” al piano, o una “Human Highway” più intensa e intrigante di quella poi apparsa su “Comes A Time”. Due i pezzi realmente inediti: “Give Me Strenght”, una bella ballata sullo stile di quelle di “Hawks and Doves”, e la più sgangherata, ma intrigante “Hawaii”. Un album rivolto soprattutto a chi di Neil Young ha di tutto e di più.

di Giovanni Botti

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