Dischi: i “sentieri del cielo” del grande David Crosby

David Crosby – “Sky Trails”

David Crosby sta davvero recuperando il tempo perduto e, a partire dal 2014, anno del suo ritorno solista con “Croz” un ventennio dopo il suo ultimo album, non ha più sbagliato un colpo, dimostrando una prolificità che non gli era mai appartenuta. Dopo “Croz”, infatti, il grande musicista californiano ha registrato anche il fascinoso e intimista “Lighthouse” nel 2016 e ora, a soli dodici mesi di distanza, pubblica il terzo lavoro in quattro anni, “Sky Trails”, registrato più o meno nello stesso periodo del disco precedente. Rispetto allo scarno intimismo di “Lighthouse”, forse il suo album più vicino al mitico “If I Could Only Remember My Name”, il nuovo lavoro mette in luce la passione di Crosby per il jazz e per le sonorità fusion degli Steely Dan. Prodotto dal “figlio ritrovato” James Raymond, “Sky Trails” (bellissimi titolo e copertina!) affianca brani più ritmati volutamente alla Donald Fagen (l’iniziale “She’s Got To Be Somewhere” e la protest song “Capitol”) a ballate lente e scarne come la splendida “Before Tomorrow Falls On Love”, per piano e poco altro. Croz, a 76 anni, ha ancora una voce incredibilmente fresca e squillante e l’intensa versione di “Amelia”, canzone della amica Joni Mitchell, ne è la chiara dimostrazione. La classe non ha età.

di Giovanni Botti

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