Dischi: Rich Robinson e l’eredità dei Black Crowes

Rich Robinson – “Flux”

Dopo lo scioglimento (definitivo?) dei Black Crowes i due fratelli Robinson, i fondatori della band, hanno preso strade differenti. Se Chris, il maggiore e più talentuoso dei due, si è “intrippato” con le sonorità psichedeliche alla Grateful Dead assieme alla sua “Brotherhood”, alternando trovate interessanti ad altre un po’ fine a se stesse, il fratello minore Rich è rimasto nel seminato e ha cominciato a pubblicare album di sano rock americano di matrice southern, magari non proprio geniali, ma freschi e piacevoli. A soli due anni dall’ottimo “The Ceaseless Sight”, il chitarrista di Atlanta, che circa dodici mesi fa è passato anche da Modena con un bel concerto acustico all’Off, ha pubblicato un nuovo disco, “Flux”, che ne conferma il buon stato di forma. Come nell’album precedente il sound non si discosta granchè da quello dei Black Crowes, un mix di rock, folk, soul e un pizzico di psichedelia, che insieme costituiscono il southern rock più classico. Si va dall’ottima ballata alla Stones “Music that will lift me” alla più ricercata “Life”, con un bel lavoro alla tastiera di Matt Slocum, dalla ballad di stampo sudista “Time to live” alla tosta e conclusiva “Sleepwalker”. Al momento il vero erede del suono dei Crowes è proprio Rich Robinson.

di Giovanni Botti

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