“Il diario delle buone intenzioni”, il lockdown raccontato da Carlo Alberto Vezzani

Tutto ha inizio l’11 marzo scorso, il giorno dell’inizio del lockdown imposto con un DPCM del presidente del consiglio Conte per contrastare la diffusione del coronavirus. Carlo Alberto Vezzani, gestore della storica videoteca Videobif, costretto a tenere chiuso il negozio, comincia a raccontare con dei post su Facebook il suo stato d’animo, le sue emozioni, i suoi timori per una situazione sconosciuta. E’ questa la genesi di “Il diario delle buone intenzioni. Tutto chiuso tranne il cielo”, edito da Damster, un vero e proprio diario di un periodo che rimarrà nella storia. “Dopo qualche giorno ho visto che sui miei post c’era interazione e partecipazione, anche da parte di persone che non mi conoscevano – racconta Carlo Alberto – da lì è nata l’idea di mettere insieme un piccolo diario sulla situazione quantomeno anomala che stavamo vivendo. All’inizio era una narrazione abbastanza solenne visto che la preoccupazione era tanta. Poi, per cercare di stemperare la tensione, ho cominciato a inserire ricordi, emozioni, viaggi, esperienze, aneddoti del negozio e il diario è diventato, al tempo stesso, preoccupato e divertente, possiamo dire tragicomico”.

Quindi riflessione, ma anche ironia e divertimento…
Diciamo che il mio grafico pandemico era piuttosto umorale, perché si saliva e si scendeva a seconda delle notizie che ci davano. In questo diario di 50 giorni ho cercato di mettere tutte le emozioni: si ride, ci si commuove, ci sono i ricordi personali e famigliari. Mi piaceva l’idea di lasciare ai nostri figli un ricordo scritto di quella che è stata un’esperienza speriamo unica.

A un certo punto hai cominciato a fare consegne a domicilio, una cosa non usuale per un negozio come il tuo…
E’ vero, dopo un mese di chiusura totale ho cominciato a fare domanda al Comune per le consegne a domicilio e pian piano ho ottenuto risposte positive. E’ stata davvero una bella esperienza. Negli occhi delle persone da cui andavo, ma anche nei miei, c’era tanta emozione, c’era la voglia di ripartire, ma soprattutto quella di socializzare. Con la consegna a domicilio mi si è aperto un mondo, a prescindere dai film che mi chiedevano. Quelli erano più che altro un pretesto per vedersi e per provare a tornare ad una normalità. Sicuramente queste emozioni hanno influenzato ciò che ho scritto in quel periodo.

Qual è la struttura del libro?
E’ un diario vero e proprio, dal giorno 1, quello della chiusura del negozio e di tutte le attività commerciali, al giorno 50 e cioè l’inizio della fase 2, quando si cominciava ad uscire.

Il titolo “Diario delle buone intenzioni” è legato ai tanti propositi di quei giorni?
Si, mi piaceva l’idea che tutti quei buoni propositi di cui ci siamo riempiti la bocca avessero un seguito, era anche un po’ una provocazione. Tutti avevamo in mente qualcosa da migliorare, l’idea di una società più civile e altruista. Se sarà davvero così lo scopriremo. Ho anche cercato di inserire quelle che, secondo me, sarebbero le priorità che l’essere umano dovrebbe rivedere dopo una situazione del genere. Tutti noi abbiamo fatto un resoconto e chissà che, ragionandoci, non venga fuori qualcosa di meglio.

Il lockdown come l’hai vissuto?
All’inizio l’ho vissuto con smarrimento, non è facile tenere in casa un commerciante abituato al contatto con la gente. Poi ho cominciato a scrivere, suonare, fare cose che la fretta del vivere quotidiano non mi dava modo di fare. Ho potuto passare tanto tempo con mio figlio e con la mia famiglia e in tal senso ho rivalutato l’andare un po’ più piano. Purtroppo ci si dimentica in fretta, questo è l’errore”.

Secondo te quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo porterà a cambiamenti epocali?
Assolutamente si, cambiamenti epocali e molti non belli o quantomeno difficili da digerire. Però questa potrebbe essere anche una grandissima opportunità per potersi riconnettere, per rivedere il modo in cui stiamo abitando il pianeta e gestendo le relazioni tra noi. Una bella occasione per fare un po’ di repulisti e ricominciare. Vedremo alla fine, ciascuno di noi farà le proprie valutazioni”.

Il libro come è stato accolto?
Davvero molto bene, sia per le vendite che per le critiche. Forse perchè è molto onesto, mette a nudo le preoccupazioni di una persona qualunque in un periodo in cui tutti abbiamo avuto qualche turbamento. E poi serve anche a sorridere un po’, a stemperare la tensione con quell’ironia che a me è sempre servita per vivere meglio”. Dove si può trovare? “In tutte le librerie, ma anche su Amazon e nell’e-commerce tradizionale”.

Qualche presentazione?
Ne abbiamo fatte un paio, ma non abbiamo ancora organizzato quella ufficiale. Lo faremo a breve. Stiamo cercando una location che, al netto del distanziamento, riesca a contenere un po’ di ospiti.

di Giovanni Botti

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