Investire su se stessi: l’intervista ad Andrea Alessandrelli, direttore di Iscom Formazione Modena

Alessandrelli, nello scorso anno avete registrato una buona partecipazione ai vostri corsi: come vengono individuati i percorsi di formazione?
Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti, ma a renderci maggiormente orgogliosi sono il dato occupazionale e il gradimento da parte degli allievi, riscontrato al termine di ciascun percorso in termini di apprendimento e crescita professionale. È un risultato ottenuto soprattutto grazie al quotidiano confronto con le imprese; il nostro compito è quello di capire cosa sta cambiando in un settore, come si configurano i trend occupazionali, quali figure professionali richiedono le imprese, quali sono le competenze che rischiano di divenire obsolete, etc. È un’attività di interazione e comunicazione costante tra una pluralità di attori in gioco che, attraverso strumenti di raccolta dati (griglie, questionari, colloqui, interviste), viene elaborata e interpretata e che porta a formulare la nostra offerta formativa.

C’è un collegamento fra la vostra formazione e il mondo del lavoro?
Certo, il coinvolgimento delle imprese, a diversi livelli e con diverse modalità, ha assunto proporzioni importanti nelle attività che realizziamo. Anzitutto nella fase di identificazione dei fabbisogni professionali, ma anche in quella di realizzazione attraverso l’accoglimento degli allievi in stage o in tirocinio formativo, modalità che sempre con maggior frequenza attiviamo e che risultano sempre molto efficaci perché attraverso di esse gli allievi costruiscono conoscenze, competenze e capacità sulla base dell’esperienza diretta del mondo del lavoro.

Qual è il settore che intercetta maggiormente lavoro? Dove c’è più futuro?
Il mondo dell’Ict e dei servizi digitali è oggi uno dei più frizzanti dal punto di vista occupazionale, ma le occasioni non mancano anche per i profili più tradizionali. Ci sono, infatti, ottime opportunità per figure amministrative, nei settori della ristorazione e dei servizi ad esempio ma anche nella manifattura stessa. Fra gli ambiti professionali emergenti citerei comunque i cosiddetti “digital workers”, coloro che si creano una professione grazie alle tecnologie digitali e a Internet. Molte persone stanno capendo l’intelligenza e i vantaggi di questi lavori, e quindi sempre più individui si buttano in questo mare e sempre più aziende si affidano a queste figure. Alcuni esempi pratici di digital workers sono coloro che sviluppano applicazioni, blogger, etc, ma anche nel settore del commercio nasceranno nuove figure professionali.

Le occasioni di apprendimento riguardano anche gli adulti?
Sì, la formazione offre a giovani e adulti, occupati, disoccupati e inoccupati un’opportunità utile per acquisire le professionalità e le competenze tecniche richieste dal mercato del lavoro e indispensabili per lo sviluppo e la competitività del sistema economico. Alcuni anni fa abbiamo investito anche nella realizzazione di due laboratori didattici all’interno dei quali realizziamo percorsi di formazione pratica, specialistica che riguardano i settori della ristorazione, dell’enogastronomia e della metalmeccanica. Iscom Formazione concepisce questi percorsi tenendo presente due realtà che devono incontrarsi: da una parte ci sono le persone che devono acquisire le competenze richieste dalle aziende e dall’altra sollecitiamo le aziende affinché investano su personale qualificato e valorizzino i talenti.

 

di Francesco Rossetti

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