Dischi: Michael Kiwanuka, “Love & Hate”

Londinese di origini ugandesi, Michael Kiwanuka è salito alla ribalta quattro anni fa con l’ottimo album “Home Again” che ha ottenuto anche un discreto successo. Un disco di soul revival che mostrava quali erano i miti musicali del suo autore: da Bill Withers a Smokey Robinson allo stesso Marvin Gaye. Da quell’esordio positivo sono passati quattro anni nei quali Kiwanuka ha lavorato nell’ombra col produttore Danger Mouse ed è cresciuto molto, sia dal punto di vista della composizione che dell’interpretazione. Il risultato di questo lavoro è il nuovo album “Love & Hate”, un disco che, fin dal chilometrico pezzo di apertura “Cold little heart” (oltre dieci minuti), mostra l’intenzione di Kiwanuka: reinterpretare la musica nera in chiave più moderna.

I riferimenti sono soprattutto a certo soul psichedelico degli anni ‘70, quello dei vari Curtis Mayfield, Temptations, Isley Brothers, Marvin Gaye, ma anche al sound di Philadelphia (gli archi della classicheggiante “Falling” o della lunga e raffinata “Father’s child”). Le stesse tematiche riportano a quella stagione, con una certa polemica anti-razzista evidente nell’episodio un po’ più mosso del disco, “Black man in a White World”. Uno degli album più interessanti dell’anno e non solo in ambito Black Music.

di Giovanni Botti

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