Nostalgia Canaglia: bagai e zavai dei bei tempi andati, l’era del Piccolo Chimico

Ad un certo punto della mia infanzia scattò il momento del gioco didattico, il balocco intellettuale e formativo che doveva spazzare via i semplici trastulli di soldatini e macchinine e avviare il giovane pulzello alla gnosi della Scienza e delle discipline più complesse. In cinque minuti il bambino di allora passò dall’Allegro Chirurgo al ben più educativo Piccolo Chimico. All’apertura della scatola il Piccolo Chimico si rivelava fantasmagorico nel suo sfoggio di provette, polverine misteriose, alambicchi promettenti e strumenti minuscoli di altissima precisione. Uno si sentiva subito scienziato, non vedeva l’ora di mettersi a produrre soluzioni chimiche e ad indagare nel misterioso universo degli elementi della tavola periodica già pregustando l’imminente Nobel per qualche definitiva scoperta che avrebbe cambiato per sempre il corso degli eventi per l’umanità intera.

Oltre al Piccolo Chimico, in dono ricevetti pure il Piccolo Mineralologo, quest’ ultima parola tuttora impronunciabile dalle mie fauci, tutto farcito di sassetti, cristalli e giaroni vari da osservare al microscopio. Per settimane rimasi chiuso in bagno come un Victor Von Frankenstein impazzito a manovrare provette, polverine e alambicchi, nella speranza che un colpo di sedere mi portasse alla scoperta di qualcosa di micidiale: novello Oppenheimer mi sarei poi venduto al miglior offerente in cambio di fama e ricchezza.

Visto però che i risultati tardavano ad arrivare e al massimo producevo schiume biancastre o acquitrini puzzolenti, cambiai il mio obiettivo e mi trasformai in un Dr. Jeckyll in braghe corte, testando su me stesso il prodotto dei miei esperimenti. Nella speranza di sintetizzare un beverone che mi trasformasse in supereroe cominciai quindi a bermi tutti i miscugli ottenuti. Volevo cambiare, trasformarmi come un mutante degli X-Men o dei Fantastici 4. Concludendo, se adesso sono diventato questo ciccione sclerotico pelato e cattivo, è colpa di un esperimento andato malissimo ai tempi del Piccolo Chimico.

di Stefano Piccagliani
(Pubblicato sul Vivo del 30 gennaio 2013)

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