Ciacarare modenese, tipici modi di dire canarini: fòfnia

Fòfnia: mettersi in fòfnia, cioè agghindarsi, truccarsi, acconciarsi, imbellettarsi, profumarsi, tapparsi, tirarsi e tacàrsi in vista di un’occasione mondana. Esempio: ‘Per andèr a sintìr Sandròun in piàza am sun mèsa tòta in fòfnia’ oppure ‘La Rovàti dal tèrz piàn l’è sèimpèr tòta in fòfnia. Secànd mè la gà di gìr…’’. Espressione di pregio poetico-musicale, esprime la necessità, soprattutto della donna, di apparire accessoriata al fine di esprimere civetteria funzionale all’ammirazione del maschio. L’utilizzo del termine ‘fòfnia’ visse il suo apogeo in tempi antichi, dopo il boom economico degli anni ’50, quando il pulcioso popolino iniziò ad avere due lire in bisacca per permettersi qualche piccolo lusso. A ciò fece seguito una ristrutturazione del concetto di decoro, tanto che molte rezdòre del teritòrio presero a truccarsi e agghindarsi come Wanda Osiris anche solo per portare giù il rusco. Turbanti lùga-diradamento, parrucche da cortigiana, polacchini sbarazzini da can-can, anellame alle dita, fili di perle su generosi petti incipriati, sorrisi pepsodentati, emanazione di esotici olezzi acquistati tra lo sfavillio hollywoodiano dei neon della Standa. La ‘messa in fòfnia’ della massaia della seconda metà ‘900 era anticipata dall’annuncio ‘a vagh a fèr tulèta’, ovvero ‘vado a fare toeletta’, magari davanti a prestigiosa console da camerino teatrale completa di attrezzatura cosmetica. Il sentimento diffuso prevedeva che andare a fare ‘una vasca’ sotto al Portico Del Collegio era tanto prestigioso quanto percorrere un red carpet al braccio di Tyrone Power. La cosa oggi parrà strana ai contemporanei che, scambiando la sciatteria per disinvoltura, si presentano ai prof. ai ricevimenti scolastici in tuta e in infradito. Ma la ‘fòfnia’ non è estinta, solo mutata. Lo sanno le mamme culone coi leggins o i ginsini corti da tredicenne, il perizoma che sottolinea il tattoo etnico sull’osso sacro, l’anellame bovino al naso o in altre carni e le dita dei piedi che tracimano dai sandali come peni di polipo. Fòfnia 2.0

Di Stefano Piccagliani

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien