Salute & Benessere, i dolori reumatici: l’intervista al Prof. Carlo Salvarani

Dolori, dolorini e acciacchi vari accompagnati da una sensazione di rigidità. Saranno reumatismi? Sarà colpa dell’autunno con il suo carico di umidità e freddo? Facciamo chiarezza e sfatiamo qualche mito con il Professor Carlo Salvarani, Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

Professore, di cosa si occupa un reumatologo?
Si occupa di tante malattie. Di infiammazione delle articolazioni, di malattie come l’artrite reumatoide, che interessa le piccole articolazioni delle mani e dei piedi, o di spondiloartriti assiali che interessano prevalentemente la colonna vertebrale e le articolazioni sacroiliache, quelle che si trovano tra osso sacro e osso iliaco. Si occupa anche di osteoartrosi, patologia frequente con l’invecchiamento e dovuta a una degradazione della cartilagine articolare. La reumatologia si occupa, inoltre, di malattie immunologiche che sono tantissime. Ci sono le connettiviti, infiammazioni del tessuto connettivo tra cui le più comuni sono il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Sjögren e la sclerosi sistemica per la quale il nostro ospedale è stato scelto come centro di riferimento regionale, e si occupa anche di vasculiti, infiammazioni delle pareti dei vasi sanguigni. Siamo centro di riferimento anche per un disturbo che si chiama fibromialgia, caratterizzato da un dolore diffuso associato a una riduzione della soglia del dolore.

Cosa sono i reumatismi?
Reumatismo è un termine generico che indica un gruppo di malattie che colpiscono le articolazioni, i muscoli e le ossa e possono interessare anche organi interni come cuore, cervello, polmoni e altri. L’artrite reumatoide, che è prevalentemente un’infiammazione articolare, ad esempio, può colpire anche gli organi interni.

Quali sono le più diffuse da noi? Quelle con la maggiore incidenza percentuale?
L’artrite reumatoide è senza dubbio la più comune e la più grave delle artriti infiammatorie. La sua prevalenza è di circa l’1% della popolazione. In Emilia Romagna abbiamo 154.610 esenzioni ticket per tale patologia, ed è una stima in difetto del numero dei pazienti nella nostra Regione. E’ un’infiammazione delle piccole articolazioni delle mani o dei piedi che interessa anche altri organi, come il polmone in cui può determinare fibrosi, può interessare anche i nervi periferici per cui il paziente non riesce più a muoversi, può determinare anche una vasculite cutanea e quindi delle ulcere cutanee.

Le persone più colpite?
Dipende dal tipo di artrite. L’artrite reumatoide colpisce in particolare fra i 40 e i 60 anni, anche se si può manifestare a tutte le età, compresa quella infantile e senile. La malattia colpisce il sesso femminile più frequentemente con un rapporto donna/uomo di 3-4:1. Viceversa l’altra artrite infiammatoria, la spondiloartrite assiale, è tipica dei giovani, con il picco maggiore tra i 20 e i 40 anni, e colpisce più gli uomini delle donne.

Vivere in un clima umido come il nostro incide o è un mito da sfatare?
No, non incide, è un mito da sfatare! Abbiamo visto che l’incidenza della malattia è molto simile in zone geografiche diverse. A cambiare, invece, è la percezione del dolore. Chi vive in un clima caldo-secco, ha una minore percezione del dolore, rispetto a chi vive in un clima caldo-umido. L’infiammazione dell’articolazione di per sé, però, è del tutto indipendente dal clima.

Quali sono i sintomi in particolare che ci devono preoccupare? E quando è bene rivolgersi al medico?
Per l’artrite reumatoide i sintomi principali sono un’articolazione tumefatta e dolente. Se l’articolazione, che sia di mani, piedi o ginocchio, si gonfia e provoca un dolore che persiste nel tempo, per più di 2/3 settimane, è bene rivolgersi al medico di medicina generale e poi al reumatologo. Prima si fa la diagnosi e prima si comincia la terapia, maggiore è la probabilità di riuscire a prevenire il danno e la deformazione articolare. Dolore e rigidità nelle artriti infiammatorie sono massimi al mattino al risveglio, mentre migliorano con il movimento. Viceversa il dolore artrosico, correlato all’osteoartrosi che è legata all’invecchiamento e a una degradazione della cartilagine articolare, peggiora con il movimento e migliora con il riposo.

Alimentazione e stile di vita aiutano a prevenire?
Non c’è un tipo di alimentazione che sia in grado di prevenire l’artrite o che determini minor dolore. L’unico fattore ambientale, che sappiamo per certo predisporre allo sviluppo dell’artrite reumatoide, e che nei pazienti già affetti determina una malattia più attiva e grave e minor risposta alla terapia, è il fumo. Ai pazienti diciamo sempre di smettere assolutamente di fumare.

Per combattere le infiammazioni, è di gran moda, tra le donne in particolare, la curcuma. Funziona?
Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino una sua utilità.

 

di Patrizia Palladino

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