Ludovico Antonio Muratori, genio cristiano

Per capire pienamente l’importanza che ha avuto Ludovico Antonio Muratori nella cultura del suo tempo potrebbe bastare un appellativo che solitamente gli viene associato: quello di “padre della storigrafia italiana”. A questo personaggio importantissimo della nostra storia, ma non solo, lo scrittore modenese Carlo Previdi ha dedicato un libro, pubblicato poco prima di Natale dal Fiorino e intitolato “Ludovico Antonio Muratori, Genio Cristiano”. “Su Muratori si è scritto moltissimo – spiega Previdi – ma la maggior parte di quei testi sono opera di cattedratici e sono rivolti ad ambienti universitari. Io ho cercato di fare qualcosa di più divulgativo, che possa far conoscere a tutti quello che è stato un vero e proprio gigante del pensiero europeo del ‘700”.

In sintesi di cosa si è occupato Ludovico Antonio Muratori?
Ha composto un enorme quantitativo di opere, possiamo tranquillamente definirlo uno degli scrittori più prolifici di tutti i tempi. Noi lo conosciamo soprattutto come storico, ma in realtà è stato anche un grande filosofo, un giurista, un economista, un politico. Ha scritto persino trattati medici e ad uno di questi, “Del governo della peste e delle maniere di guardarsene”, attinse il Manzoni per la trattazione del problema degli untori nei “Promessi Sposi”.

Muratori era originario di Vignola. La sua che famiglia era?
Una famiglia modesta, anche se non poverissima. Il padre avrebbe voluto che lui si interessasse al lavoro dei campi o che venisse assunto da qualche artigiano, ma fin dall’infanzia si era intuito che aveva un intelligenza e capacità non comuni. Fu uno zio ad accollarsi le spese per il suo mantenimento come convittore presso le scuole di Modena, consentendogli di trasferirsi in città e iniziare la carriera di studioso ed erudito.

Che Modena era quella del Muratori?
Era la Modena Estense, ma ancora in una fase di evoluzione. Fu infatti con il duca Francesco III, allievo proprio di Ludovico Antonio Muratori, e con le sue riforme, che la nostra città divenne una vera e propria capitale europea.

Lui quindi collaborò anche con la corte dei duchi Estensi…

Assolutamente si. Il duca Rinaldo I, nel 1700, lo richiamò da Milano, dove aveva servito per cinque anni presso la Biblioteca Ambrosiana, e lo nominò direttore della Biblioteca e dell’Archivio Estense. E poi, come già detto, fu precettore di Francesco III d’Este, le cui riforme si ispirarono ai suoi insegnamenti.

Il tuo libro è un mix di parti romanzate e altre prettamente storiche. Perchè hai fatto questa scelta?
Innanzitutto perchè è molto divertente trattare anche parte della storia in maniera romanzata. Ti consente di dare libero sfogo alla fantasia e di immaginare quello che può essere successo. E poi anche per il motivo di cui si è parlato prima, cioè quello di far scoprire al grande pubblico un personaggio conosciuto soprattutto dagli “addetti ai lavori”.

Muratori, storico, filosofo, ma anche religioso. Che tipo di prete è stato?
Un prete sui generis, non assolutamente bigotto e spesso in contrasto con la linea ufficiale dello stato Pontificio. Si lamentava della censura a cui venivano sottoposti gli scrittori, ma anche della troppa importanza che avevano acquisito le figure della Vergine e dei Santi nella religiosità popolare.

Farai qualche presentazione del tuo libro?
Certo, la prossima è quella del 17 gennaio a Vignola, la città natale del Muratori.

 

MURATORI PADRE DELLA STORIOGRAFIA ITALIANA

Tre imponenti opere storiche e letterarie (38 volumi complessivi), i “Rerum Italicarum Scriptores”, le “Antiquitates Italicae Medii Aevi” e il “Novus Thesaurus Veterum Inscriptionum”, e la prima grande storia d’Italia dall’era volgare ai suoi tempi, gli “Annali d’Italia”. E’ quanto ci ha lasciato il Muratori storico, considerato, come già ricordato sopra, il padre della storiografia italiana.

E’ stato il primo in assoluto – ricorda Carlo Previdia trattare la Storia d’Italia per intero, dagli inizi fino ai suoi tempi. Cosa che non avevano fatto, in precedenza, studiosi come Carlo Sigonio, anche lui modenese, o Francesco Guicciardini. Muratori fece una ricerca straordinaria negli archivi di diverse città italiane, ma ebbe anche un’ampia corrispondenza con i maggiori storici europei, ad esempio Leibniz. E poi ha utilizzato un metodo scientifico di catalogazione assolutamente nuovo e ha dato una forma enciclopedica alle opere da lui scritte“.

Tutti gli storici successivi hanno preso spunto da lui. Lo stesso Alessandro Manzoni, sicuramente il più importante letterato dell’800, si rifece alle “Antiquitates Italicae Medii Aevi” per l’ambientazione storica della sua tragedia più famosa, “l’Adelchi”. Del Muratori – conclude Previdici è rimasto anche un carteggio con grandi personalità dell’epoca, come Caterina di Russia, Federico di Prussia, Newton etc, importantissimo per conoscere il ‘700 europeo da tutti i punti di vista”.

di Giovanni Botti

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