Modena Ieri & Oggi: Guglielmo Zucconi, storia di un giornalista modenese

Modena e il suo territorio hanno dato i natali a tante illustri firme del giornalismo italiano. Facciamo qualche nome: Paolo Monelli (Fiorano), Arrigo Levi (Modena), Edmondo Berselli (Campogalliano), Vittorio Zucconi (Bastiglia). Ora, se trovate – a ragione – che Vittorio, il direttore di Radio Capital e l’editorialista di Repubblica, sia un giornalista brillante e acuto, sappiate che i “geni” erano di famiglia. Anche il padre Guglielmo era una personalità estroversa, piena di talenti e interessi. Nato il 19 dicembre 1919 a Bologna, da padre toscano e da mamma bolognese, Guglielmo Zucconi si trasferì da subito a Modena. Dopo un breve periodo di insegnamento, come supplente, iniziò a lavorare alla Gazzetta dell’Emilia.

Passò poi al Resto del Carlino al termine del servizio militare svolto presso gli Alpini, e il 25 luglio 1943, alla caduta del fascismo, venne incaricato di dirigere la pagina di Modena. Col ritorno del fascismo, Zucconi fu licenziato e iniziò a insegnare filosofia e storia al Liceo classico San Carlo, incarico che ricoprì fino al giorno della Liberazione. Fondò e diresse il settimanale della Dc e nel 1947 cominciò l’esperienza come direttore della Gazzetta di Modena (chiamata dapprima Gazzetta dell’Emilia, poi Unità Democratica), che lasciò nel 1948. Fu anche redattore del Corriere di Informazione, dal quale si dimise nel marzo del 1960 per dedicarsi al teatro e alla televisione.

Dal gennaio 1961 all’aprile 1963 diresse il Corriere dei Piccoli, poi fino a dicembre dello stesso anno diresse Amica. Dal gennaio 1964 a marzo 1973 fu direttore della Domenica del Corriere. Dal 1976 al 1979, durante la settima Legislatura, Guglielmo Zucconi fu deputato (su idea di Ermanno Gorrieri), eletto con circa 30 mila preferenze nella circoscrizione di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Dal 1980 al 1984 diresse il Giorno, poi s’inventò conduttore delle trasmissioni giornalistiche nelle tv Finivest, con un Berlusconi non ancora sceso in politica. Oltre al giornalismo, Zucconi scrisse libri per bambini: “Scaramachai”, “La donna baronessa”, “Bilico”, “Cara Famiglia”, “I figli dell’atomica”; “il Dirodorlando”, “Una storia pulita”, “L’amico venuto da lontano” e “Cesare va alla guerra”.

Morì il 2 maggio del 1998 a Milano. A lui è intitolata una via in zona San Faustino-Direzionale 70. Dal 2004, Soliera ospita il Fondo Librario Guglielmo Zucconi, oltre 5 mila volumi della sua biblioteca personale, donati dai figli.

di Francesco Rossetti
(Pubblicato sul Vivo del 27 giugno 2012)

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