Modena Ieri & Oggi: Luigi Vannucchi e l’epoca degli sceneggiati

Il 29 agosto 1978 moriva a Roma Luigi Vannucchi, un attore popolare, protagonista per quasi tre decenni della scena teatrale e televisiva italiana. Forse qualcuno di voi, guardando la foto in alto, lo ricorda. Era nato a Caltanissetta il 25 novembre 1930, trascorse l’infanzia a Roma poi, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il padre accettò di lavorare a Modena, all’ufficio del Catasto. E proprio sotto la Ghirlandina, Vannucchi trascorse i cruciali anni dell’adolescenza e della formazione, frequentando il liceo classico e diplomandosi a soli diciassette anni. Amava molto leggere, pare che fosse appassionato ai romanzi e ai racconti di Cesare Pavese. Di certo, fu a Modena che sviluppò l’attrazione per il palcoscenico. A tal punto che alla fine del liceo, contro il parere dei genitori, Vannucchi decise di tentare la sorte, iscrivendosi all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma. Diplomatosi nel 1952 entrò a far parte della compagnia Gassman-Squarzina e si segnalò in Amleto, Tieste, I persiani, Antigone e Prometeo.

Nel ‘56 cominciò la collaborazione con Memo Benassi nella Compagnia del Teatro Regionale Emiliano; nel ‘57 venne scritturato dal Piccolo Teatro di Milano per “I giacobini” e il mitico “Arlecchino servitore di due padroni”, sempre sotto la regia di Strehler. Negli anni ‘60 Vannucchi fu protagonista televisivo delle più grandi produzioni Rai, raggiungendo una popolarità che sarà forse causa del suo scarso rapporto col cinema. Ma la carriera televisiva lo rese molto noto al grande pubblico, e parliamo di decine di milioni di telespettatori, nell’epoca in cui c’erano solo due canali. Sono da ricordare le sue interpretazioni in “Una tragedia americana” (1962), “Delitto e castigo” (1963), “La donna di fiori” (primo di quattro sceneggiati con protagonista il tenente Sheridan, 1965), “Vita di Dante” (1965), “I promessi sposi” (1967), “Giocando a golf una mattina” (1969), “Il cappello del prete” (1970), “A come Andromeda” (1972), “I demoni” (1972).

Al cinema, furono pochi i film girati: “Il tigre” di Dino Risi, “La tenda rossa” di Mikhail Kalatozov, “L’arcidiavolo” di Ettore Scola, “L’assassinio di Trotsky” di Joseph Losey e “Anno uno” di Roberto Rossellini, dove interpretò Alcide De Gasperi. Mentre lavorò assiduamente come doppiatore, prestando la voce a Clark Gable e Clint Eastwood. Vannucchi era all’apice della maturità artistica e della popolarità quando, in quell’estate del ‘78, si uccise: ingerì una forte dose di barbiturici, lo stesso disperato gesto compiuto ventotto anni prima dallo scrittore Cesare Pavese, ultimo personaggio interpretato dall’attore in tv.

di Francesco Rossetti
(Pubblicato su Vivo del 12 settembre 2012)

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