Modena Ieri & Oggi: quando si andava in barca sul Naviglio

Possiamo dire che la vasca di laminazione di Piazza Roma, davanti all’Accademia (foto) sia già da alcuni anni la grande protagonista dell’estate modenese. Più volte si è detto e letto che è stata progettata per ricordare il percorso del canale che entrava nel Palazzo Ducale per confluire in un grande bacino collettore chiamato “La casa delle acque” e riemergeva dall’altra parte del palazzo, nell’attuale Corso Vittorio Emanuele, dove si trovava la Darsena del Naviglio, il canale navigabile dal quale, passando per il Panaro e successivamente il Po’ si poteva arrivare fino a Venezia. Cosa che fece il Duca Ercole III d’Este nel 1796 quando, a causa dell’invasione delle truppe napoleoniche, fuggì nella città lagunare proprio per via d’acqua, portandosi dietro il notevole patrimonio personale.

Il Naviglio quindi, della cui esistenza è rimasta traccia in diversi toponomini, ad esempio la Strada del Naviglio, laterale di Strada Albareto che termina in via Attiraglio, partiva dalla Darsena dietro Palazzo Ducale, attraversava il territorio di Bastiglia e, all’altezza di Bomporto, si collegava con il Panaro. Una via percorribile all’epoca importantissima per l’economia modenese, visto che veniva percorsa da barconi, a volte trainati da cavalli sugli argini (“gli attiragli”), che partivano carichi di ghiaia e tornavano con sale, legna e carbone. Pare che il suo utilizzo in tal senso risalga a prima del 1200, mentre è certamente del 1347 il collegamento con il Panaro. La nostra città quindi, fino al ‘700, era attraversata da un’ampia rete di canali, in particolar modo nel centro storico, della quale resta il ricordo nel nome di alcune strade (corso Canalchiaro, corso Canalgrande, via Canalino e via discorrendo).

A dare il via a questa imponente opera idraulica che ha avuto grande importanza nella storia di Modena, pare sia stato il Vescovo Eriberto, alla guida della nostra città all’incirca tra il 1054 e il 1085. Una rete di canali che con il passare dei secoli si trasformò, attraverso varie coperture, nella rete fognaria modenese, al punto che alla fine del ‘700 rimaneva scoperto soltanto il Naviglio. Ma anche l’importante canale navigabile aveva le ore contate, così come la navigazione fluviale in genere. Prima, ad inizio ‘800, la Darsena venne spostata più all’esterno della città, all’incirca all’altezza della odierna via Attiraglio. A partire dal 1858 poi, la ferrovia cominciò a prendere il posto del Naviglio, che venne quindi anch’esso man mano coperto e trasformato in condotto fognario. Il tratto urbano fu chiuso proprio nel 1858 anche per esigenze di “salubrità ed abellimento”, mentre quello esterno venne coperto soltanto ad inizio ‘900, quando approdò a Modena l’ultima nave proveniente da Venezia che trasportava sale.

di Giovanni Botti

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