Modena Ieri&Oggi: riscoprendo San Domenico

Sono stati i ragazzi che frequentano il “Venturi” a far da guida ai modenesi (e non solo) il 18 maggio scorso, nel pomeriggio che ha preceduto la Notte Bianca. Nonostante la pioggia, sono stati generosi ed efficaci nel compito di disvelare un luogo chiuso al pubblico dal terremoto del 2012 e comunque poco noto: la chiesa di San Domenico. In particolare la visita guidata ha permesso di conoscere la sagrestia. E dire che quel luogo, quell’edificio, di storia ne ha tanta.

La prima chiesa venne costruita nel 1243, insieme al convento, dai frati domenicani. San Domenico era morto a Bologna 13 anni prima. Ha vissuto nella stessa epoca di San Francesco, ma i due non si sono mai incontrati. I domenicani si erano stabiliti a Modena già intorno al 1200. Dove ora si trova la chiesa, c’era un edificio sacro dedicato a San Matteo, che aveva la porta a ovest e l’abside a est, lungo il Naviglio (che corrispondeva all’attuale via Tre Febbraio).

Nel 1395 la chiesa venne dedicata a San Domenico e presto comincio a custodire numerosi altari, di cui uno con le statue in terracotta di Antonio Begarelli, ritraenti la visita di Gesù in casa di Marta e Maddalena (un gruppo tuttora esistente). Quando nel 1598 gli Estensi si impiantarono a Modena, il luogo iniziò a venir considerato chiesa di corte. Gli Estensi la consideravano loro, tanto che nel 1615 fecero realizzare la cappella del Rosario e, più tardi, quella di Santa Barbara, per custodire le sepolture principesche.

Nel ‘700 la costruzione del Palazzo Ducale, su progetto dell’architetto Bartolomeo Avanzini, rese necessaria la demolizione della chiesa che avvenne tra il 1707 e il 1708. La chiesa venne ricostruita con la facciata di fianco a quella di Palazzo Ducale, su progetto dell’architetto Torri di Bologna (ma secondo lo storico modenese Gusmano Soli, il progetto fu ideato dal veneziano Tommaso Bezzi, allora ingegnere del duca.

Ed eccola lì, com’è ora: la facciata semplice, ma imponente. Nei turbolenti anni napoleonici i frati vennero allontanati, fino alla restaurazione. Nel 1818, in via Tre Febbraio, venne realizzato un passaggio sopraelevato che metteva direttamente in comunicazione Palazzo Ducale con il convento: venne demolito nel 1859, ma si possono notare ancora chiari i segni.

Il resto è storia recentissima. Nel 1990 i domenicani donarono il Convento alla Diocesi di Modena e nel 2001, dopo sette secoli, hanno lasciato la città. Dal 2005 l’arcivescovo di Modena ha affidato la chiesa ai Padri Paoli. Tuttavia, è dal terremoto del 2012 che non è più possibile accedervi.

 

di Francesco Rossetti

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