Nord e Sud, l’Italia a confronto in un libro di Pierluigi Senatore e Mario Conte

Due amici, uno del sud e uno del nord, uno magistrato e l’altro giornalista, che hanno deciso di confrontarsi sulle rispettive realtà e sul futuro dell’Italia. Così è nato “Italia.Zip”, libro scritto a quattro mani dal giudice palermitano Mario Conte e dal giornalista modenese Pierluigi Senatore che ce lo presenta in questa intervista.

Senatore, com è nata l’idea di scrivere “Italia.Zip” e di farlo assieme a Mario Conte?
Con Mario ci conosciamo già da un po’ di tempo, perchè abbiamo condiviso dei progetti di legalità qui al nord tra Reggio Emilia, Modena e Carpi. Tra noi c’è stata subito una simpatia a pelle e a me è venuta l’idea di scrivere un libro che fosse un confronto tra nord e sud, tra un magistrato del sud, Mario Conte, e un giornalista del nord per capire le differenze che ci sono tra le due parti del nostro paese.

Il titolo, “Italia.Zip” è piuttosto originale, cosa significa?
Rappresenta sostanzialmente un’Italia zippata, compressa. Ci siamo chiesti: come sarebbe l’Italia se invece di essere verticale fosse orizzontale, se invece di 3 mila km da Aosta a Palermo ce ne fossero solo 200? Da questo gioco di parole è nato il libro che si occupa certamente di legalità, ma non solo e che, come dicevo, mette a confronto due realtà, il nord e il sud.

In alcuni capitoli il libro si trasforma in una sorta di dialogo tra te e Mario Conte…
Si è vero, oltre a capitoli scritti singolarmente da Mario o dal sottoscritto, ce ne sono altri che contengono una sorta di pagelle su temi comuni. Ci si confronta, ad esempio, sulla scuola, sulla religione oppure sulla superstizione, la sanità, i rifiuti, il grado di tolleranza, si danno i voti e le relative giustificazioni anche sulla base di esperienze personali.

Nel sottotitolo partlate di un test di compressione e comprensione del Belpaese. Cosa serve secondo te per comprendere davvero l’Italia e le sue singole parti?
Credo che, per capire il nostro paese bisognerebbe prima di tutto non avere il paraocchi e girarlo tutto, perchè spesso noi vediamo delle differenze che non ci sono, scopriamo bellezze, ma anche magagne e problemi in ogni sua parte. Dovremmo quindi girarlo di più e parlare molto di più con i nostri conterranei, perchè in realtà, lo scriviamo in un capitolo del libro, non esistono degli italiani purosangue, visto che noi abbiamo un Dna che è la somma di tante inavsioni che abbiamo subito e di tante contaminazioni.

Di legalità oggi se ne parla tanto. Si ha però la percezione che in Italia la legalità continui ad essere messa in difficoltà. E’ solo una percezione secondo te?
Mah, sicuramente c’è un aspetto importante sulla lotta alla criminalità organizzata, ed è il fatto che al sud la conoscono molto bene, mentre noi al nord la conosciamo ancora poco e abbiamo difficoltà a comprenderne i meccanismi. Del resto tutti i grandi indagatori che hanno deciso di affrontarla sono del sud, Falcone e Borsellino erano di Palermo, come lo erano Totò Riina e Bernardo Provenzano che venivano da Corleone in provincia di Palermo. In realtà anche il nord, da questo punto di vista, si sta meridionalizzando. Cominciamo a vedere anche qui casi di omertà, gente che utilizza capitali sporchi e che prima non l’avrebbe fatto. Ci sono molte cose in comune tra nord e sud, l’unica differenza è che al sud il fenomeno lo conoscono molto bene noi invece facciamo fatica a capire quando ci troviamo di fronte a un metodo mafioso.

L’inchiesta Aemilia forse può aiutarci di più a comprendere certi fenomeni?
L’inchiesta e poi il processo Aemilia sono certamente importanti perchè hanno portato l’attenzione anche del grande pubblico sul tema della criminalità organizzata, però c’è un problema: molti pensano che, dopo Aemilia, la Mafia, nel caso specifico la Ndrangheta, sia sconfitta e ci sia stata messa una pietra sopra. In realtà non è assolutamente così.

La prefazione di “Italia.Zip” è del PM Di Matteo, come siete riusciti a coinvolgerlo?
Lui è innazitutto un amico di Mario Conte poi, col tempo ci siamo conosciuti ed è diventato anche mio amico. Noi avevamo già le postfazioni di Toni Capuozzo, giornalista del nord anche se la sua famiglia è campana, e Attilio Bolzoni che invece è siciliano. Avevamo però bisogno di una lettura più organica e abbiamo chiesto la collaborazione di Di Matteo. Credo che lui abbia scritto delle pagine che rimarranno perchè in quello che ha scritto c’è passione, c’è amore per la sua terra e per l’Italia.

Prossimamente presenterete il libro anche dalle nostre parti?
Si certo, in questo periodo abbiamo due presentazioni in Sicilia, Palermo e Catania, poi a gennaio cominceremo quelle locali, Bologna, Modena, Carpi, Reggio e così via.

di Giovanni Botti

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien