Persone & Storie, la ‘libreria sognata’ in via Canalino

Dicono che con l’espandersi del digitale, i libri di carta non si leggeranno, eppure in manifesta controtendenza, ha aperto da poco, l’11 marzo scorso, in centro a Modena, una nuova piccola libreria. Si chiama Sognalibro. Si trova in via Canalino 48, vende libri usati così come fa la libreria accanto. Senza concorrenza, facendo rete. Una rarità di questi tempi. Ne abbiamo parlato con la proprietaria, una modenese doc: Maria Angela Marchiò.

Com’è che in via Canalino ci sono tre librerie nel giro di cinque metri?
L’idea è quella di ricostruire una sorta di via delle librerie. Come del resto via Canalino è stata in tempi passati. Ricreare una strada dove le persone possano avvicinarsi ai libri. Ognuno con le sue caratteristiche. Il negozio accanto nutre una passione particolare in libri antichi, mentre la Ubik di fronte ovviamente è generalista. In fondo a via Saragozza vendono libri prevalentemente di Modena. Quello che gestisco io è un posto molto piccolo, quindi devo scegliere con cura i volumi, tutti pezzi unici.

Via Canalino come una via Po a Torino, con i banchetti sotto i portici?
Sì, l’idea è quella. Sia io che il collega di fianco allestiamo sempre un banchetto all’aperto.

Perché vendere libri usati?
Perché ormai nelle librerie i libri nuovi rimangono esposti tre-quattro mesi al massimo, poi escono di produzione e non si trovano più. Letteralmente scompaiono, anche titoli molto belli non si rileggono più. È un peccato, è bene recuperarli e metterli a disposizione.

Perché ha scelto questo nome: Sognalibro?
Era un sogno che avevo nel cassetto. Ho fatto tutt’altro nella mia vita, però sono sempre stata appassionata di libri, vengo da una famiglia di lettori e di lettrici, in casa ne avevamo tantissimi. Sono contenta sento un grande entusiasmo, tantissimi giovani che vengono a chiedermi testi classici da riscoprire.

In un posto così piccolo, l’elemento umano è decisivo?
Sì, c’è un contatto molto diretto, mi chiedono consigli. In un mondo dove i libri sono nei supermercati, qua invece ci si scambiano idee.

Progetti?
Ho intenzione di avviare a settembre un corso di dialetto modenese, in cinque lezioni. Più avanti di creare una vera e proprio scuola del dialetto. Mi sono messa in contatto con gli Amici del Libro, sta nascendo una collaborazione importante, credo molto nel darsi una mano a vicenda.

Tra i libri, ne ho visto anche uno di Eugenio Marchiò…
Un libro di poesie di mio padre. Era impegnato nel sociale, si è speso molto verso la disabilità, la cura delle differenze. Ho ritrovato questo libro in “Mare magnum”. Anche la Delfini ce l’ha. Il sogno con i fratelli era di rimetterlo in circolo e magari farne una presentazione in sua memoria.

Cosa le piace di Modena?
La amo molto Modena. Raggiungo il centro in bicicletta, sono abituata così, perché parcheggiare in centro è sempre un problema.

Le caratteristiche del modenese?
Secondo me è una persona che fa di tutto per realizzare i suoi sogni, molto determinato, capace. Veniamo dal mondo cooperativo, quindi grande solidarietà e grande freschezza. Il modenese è anche un grande lavoratore, perché è faticoso riuscire a portare avanti un’attività come la mia.

Chiusura estiva?
Nel mese di agosto.

di Francesco Rossetti

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