“Rudi” e la sua Modena: l’intervista a Christian Terenziani, protagonista della serie web rivelazione

La puntata pilota della serie web ‘Rudi‘ continua a conquistare premi in giro per il mondo. Ultimo traguardo conseguito, i tre riconoscimenti agli “Independent Shorts Awards” di Los Angeles, festival Usa con opere provenienti da tutto il mondo: Best web series/pilot, Best new media e il Silver Awards per Best acting duo (miglior coppia sullo schermo) a Christian Terenziani e Marianna Folli. Di questo e molto altro abbiamo parlato proprio col protagonista di Rudi, Christian Terenziani.

Christian, com’è nata l’idea di Rudi?
Un anno e mezzo fa, Vincenzo Malara aveva organizzato “Ghirlandina apocalypse” un game sugli zombie in centro, sponsorizzato dalla Lambruscheria. Io mi presentai già vestito da zombie per il casting del trailer dell’evento, girato per l’occasione in Calle di Luca, e lì conobbi Vincenzo. Fu colpito molto dal mio trucco e, tempo una settimana, aveva già pronto l’intera sceneggiatura della prima puntata di Rudi, cucita apposta per me.

Ti sei ispirato a un modello particolare per entrare nel personaggio?
Mi sono ispirato particolarmente a Charlie Chaplin, il mio idolo dell’infanzia. La locandina stessa (anch’essa realizzata da Terenziani n.d.r.) è un omaggio al grande attore e regista. Inoltre la valigetta di Rudi è iconica come il bastone di Chaplin: rappresenta il personaggio.

Nonostante sia una serie fantascientifica, il successo di Rudi risiede nel fatto di trattare temi molto attuali, come l’integrazione e la paura verso il diverso…
La connotazione è più fantascientifica, ma allo stesso tempo parla anche di temi come l’emarginazione: Rudi fatica a trovare lavoro, ad essere accettato nuovamente nella società e a reintegrarsi, diventando sempre più chiuso. Infine ha la fortuna di conoscere Camilla (l’attrice Marianna Folli) che lo sprona a tornare alla realtà.

Quanto tempo ci impiegavano le truccatrici a trasformarti in uno zombie?
Il tempo del trucco vacillava da un’ora e mezza alle due ore e mezza a sessione. Non mi viene applicata una maschera in lattice, ma sono tutte applicazioni fatte al momento, a seconda della discrezionalità del regista e dell’evoluzione del personaggio: non c’era mai un trucco prestabilito. La truccatrice Erica Poltronieri è stata bravissima e ha fatto un ottimo lavoro.

Dove si può vedere la prima puntata di Rudi?
Ancora non l’abbiamo caricata on-line, ma la stiamo portando un po’ nei Festival del cinema, sia in Italia che all’estero. A Los Angeles abbiamo avuto importanti riconoscimenti che andremo a ritirare l’anno prossimo. Cerchiamo di farci conoscere il più possibile per avere magari anche qualche sponsor in più. Sicuramente quando avremo finito tutti e tre gli episodi, li caricheremo on-line.

Quali sono state le difficoltà nel girare una serie a Modena?
Abbiamo avuto qualche problema con le location. Abbiamo girato in posti iconici come Piazza Roma, e abbiamo fatto fatica a tenere lontano i passanti e i curiosi, essendo una produzione indipendente, senza i bodyguard in stile Hollywood. Ci siamo arrangiati a girare anche alle 5 di mattina in una Modena deserta e splendida.

Quante altre puntate sono previste?
Altre due, che sono già in lavorazione e presumo che siano pronte entro febbraio. Dobbiamo ancora decidere se distribuirle al cinema oppure metterle direttamente sul web.

Avete avuto più successo in Italia o all’estero?
Non so per quale motivo ma una serie come la nostra viene apprezzata di più all’estero che in Italia. Forse perché qui da noi viene ancora considerato come un prodotto di nicchia. Fuori dai confini invece è un’idea che piace ed è molto apprezzata, e questo ci fa onore.

di Mattia Amaduzzi

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