“Una tranquilla disperazione”, Cataldo indaga in città

Lo avevamo lasciato a Serramazzoni dove, durante un periodo di convalescenza, aveva indagato in via non ufficiale su una serie di delitti avvenuti nella solitamente tranquilla cittadina appenninica. A circa un anno di distanza il Commissario Cataldo, il personaggio creato dalla penna del giallista Luigi Guicciardi, torna a indagare a Modena. Il nuovo romanzo di Guicciardi, “Una tranquilla disperazione”, lo vede infatti nella nostra città, alle prese con un delitto che ha radici nel passato. “C’è un personaggio nuovo – ci anticipa l’autore – è una sovrintendente di polizia, Lea Ghedini, una donna molto bella di 34 anni che ha ottenuto il trasferimento a Modena dopo 14 anni a Milano per stare vicino alla madre debole di cuore che, dopo poco, muore, apparentemente d’infarto. Nel giro di pochi giorni, però, cominciano a morire altre persone che, come lei, erano legate a un antico fatto di cronaca. Quindi bisogna esplorare un mistero del passato che la stessa Ghedini cominciò a vivere da studentessa”.

Questa volta quindi la storia si svolge integralmente a Modena…
Esattamente. La Modena del centro storico con via San Pietro, la Sacca con via Canaletto, la Modena bene di viale Moreali, ma anche altri luoghi come la Crocetta. In pratica c’è un po’ tutta Modena, questa la possiamo definire una vera e propria indagine urbana.

Il Commissario Cataldo, come abbiamo ricordato altre volte, cambia e invecchia caso dopo caso. Quanti anni ha ora?
E’, più o meno, un uomo di 57 o 58 anni, ancora attivo e vitale, ma con un po’ di saggezza ed esperienza in più. E’ tornato single, visto che la moglie lo ha lasciato ed è andata a vivere con un avvocato di Reggio Calabria portando con se anche i due figli. Ora deve lavorare con questa Lea Ghedini per cui inizierà a provare un sentimento contradditorio essendo lei molto più giovane.

Nell’ultima indagine si era capito che un altro personaggio chiave, il vice di Cataldo Muliere, era vicino alla pensione…
E’ vero, va in pensione proprio alla fine di questa indagine, quindi compare per l’ultima volta. Qui torna anche la bella vedova magrebina che gestiva un Bed & Breakfast a Serramazzoni nel precedente romanzo e che stringe con Cataldo una affettuosa amicizia.

Dopo 16 romanzi, Modena offre ancora spunti nuovi e interessanti?
Sicuramente. Innanzitutto a Modena sono presenti un po’ tutte le classi sociali, da quella che un tempo si chiamava la classe operaia, alla piccola e media borghesia, fino ai ceti più abbienti. C’è una Modena universitaria, una Modena degli artisti, ma anche quella ‘senza aggettivi’ che in genere si conosce meglio essendo costituita dai vicini di casa e dalle persone che si incontrano a fare la spesa. E infine c’è quel fenomeno particolare che è la fantasia del giallista che crea la storia inserendola nelle varie location.

Hai mai pensato di iniziare un filone di romanzi che esuli dal personaggio di Cataldo?
Al momento no, Cataldo mi sta dando molta soddisfazione. Non è escluso però che in futuro non possa accadere.

Infine, come di consueto, possiamo dare una piccola anticipazione sulla prossima indagine?
Certamente. Sarà ambientata nel Modena FC, quindi nel mondo del calcio locale. Un Modena che io immagino ancora in serie B, con un bomber brasiliano, un difensore danese e un presidente industriale che vorrebbe potenziare la squadra.

di Giovanni Botti

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