Cinema alla modenese: l’intervista a Massimo Menchi, regista del film “A.R.”

Un’opera artigianale, genuina ma soprattutto modenese. Stiamo parlando del lungometraggio dal titolo “A.R.” diretto da Massimo Menchi, al suo primo vero lavoro come regista cinematografico. Il film è uscito nelle sale modenesi a maggio, ed è stato proiettato in tutta la provincia, ricevendo ottimi riscontri di pubblico e critica. Abbiamo fatto un chiacchierata con uno dei fautori e ideatori del progetto, il regista Menchi, il quale ha parlato delle difficoltà avute nel girare il film, utilizzando anche oggetti di fortuna per sopperire alla mancanza di attrezzatura tecnica

Menchi, innanzitutto, com’è nata l’idea per questo film?
L’idea è nata da un testo teatrale scritto da Monja Macchioni, dal titolo di “Pastafrolla” portato in scena a Rubiera e Reggio Emilia. Il soggetto e le musiche sono di Sergio Giacomini e la video installazione è di Stefano Covili. Subito non capivo il motivo di questa loro scelta di affidarmi il progetto, ma quando me l’hanno chiesto non ho esitato a rispondere di si. Il film è nato un po’ come una follia, però siamo riusciti a portarlo a termine.

Come avete fatto a girare il film? Ricordando che è girato tutto nella provincia di Modena…
Ci siamo serviti di una fotocamera ad alta definizione come macchina da ripresa, un cavalletto, una giraffa di fortuna. Le location sono diciannove e abbiamo impiegato tre mesi per le riprese (circa 900 ciak). Nonostante alcune difficoltà, si era instaurato il clima giusto: tutti hanno preso il progetto seriamente ma, al tempo stesso, con quello spirito di follia e divertimento che ha attraversato tutto il periodo di lavorazione del film. Soprattutto durante le riprese ci sono stati momenti indimenticabili con gli attori, che rimarranno sempre nel mio cuore. Anche il lavoro di montaggio è stato molto lungo, perché io e Stefano (Giacomini) abbiamo potuto lavorarci solamente nel weekend a causa dell’incompatibilità dei nostri orari di lavoro durante la settimana. Per sistemare l’audio invece ci siamo affidati alle sapienti mani di Giordano Mazzi: insieme abbiamo passato nottate a sistemare le sequenze audio e video.

Ti sei ispirato ad un particolare tipo di commedia?
Io sono un cinefilo appassionato, per cui conosco migliaia di commedie. Però i tempi e i modi con cui è stato girato questo film non permettevano di pianificare una vera e propria ispirazione diretta ad una qualsiasi commedia. Se vogliamo qualche associazione può venir fuori istintivamente e inconsapevolmente. Per me inoltre è anche sbagliato rimanere all’interno di rigidi canoni: una volta che hai assimilato i concetti devi cercare di realizzare qualcosa di tuo.

Nell’ambiente culturale modenese che posto occupa il cinema?
C’è una grande passione però, purtroppo, il cinema a Modena è praticamente nullo. Le persone modenesi che fanno cinema sul serio come Daniele Malavolta (Modena, Modena, Stazione di Modena) lavorano a Roma. Qui non c’è una tradizione cinematografica: vengono prodotti e creati film artigianali come il nostro. Anche Gianni Zanasi ha girato il suo primo film a Vignola, poi è dovuto andare via.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Con l’uscita del film si è ufficializzata l’esistenza dell’Associazione Culturale Hypno Bureau, con la quale abbiamo in mente numerosi progetti, tra cui la realizzazione di un secondo lungometraggio. Gli attori sono pronti a tornare tutti, compreso il protagonista.

Per maggiori informazioni visitate il sito www.armovie.it

di Mattia Amaduzzi

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien