La Recensione del film “A.R.”. Un viaggio dell’anima

“A.R.” racconta la storia di un viaggio interiore del protagonista Andrea Rossi che, dal baratro della depressione, riuscirà a trovare la forza necessaria per dare una svolta definitiva alla sua vita, anche grazie ad un aiuto molto speciale. Infatti l’esistenza di Andrea è costellata da continui problemi: dover gestire da solo una figlia adolescente, senza poter contare sull’aiuto della moglie, lontana e concentrata sulla carriera, e una coppia di genitori anziani problematici. Senza contare inoltre delle assillanti lamentele della segretaria della sua azienda, anch’essa sull’orlo del fallimento. Una crisi di panico spinge definitivamente Andrea a decidere di andare in cura presso una terapeuta particolare che, attraverso una serie di “compiti”, riuscirà a svoltare la sua vita.

Una delle caratteristiche fondamentali dell’opera prima di Massimi Menchi (leggi qui) è la luce che diventa la cartina tornasole con cui si comprendono meglio gli stati d’animo del protagonista. All’inizio prevalgono colori e ambientazioni autunnali, in cui la luce di Andrea è fioca, come la fiammella di una candela morente. Invece, con la rinascita del protagonista, ecco che fa il suo ingresso la primavera, coi suoi colori sgargianti e caldi, e la luce divampa, come una potente fiammata. La regia di Menchi è pulita e, nonostante i mezzi a sua disposizione, è riuscito a creare un prodotto genuino e vero, come se ne vedono pochi.

di Mattia Amaduzzi

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