Carpi, Romairone: “Saremo la mina vagante della serie B”

Il Carpi di Fabrizio Castori non è riuscito ad evitare la retrocessione al termine di una stagione comunque positiva. Se i biancorossi si sono giocati la salvezza fino all’ultima giornata gran parte del merito va ascritto anche a Giancarlo Romairone, direttore sportivo giunto a Novembre. La redazione di Vivo ha contattato il dirigente biancorosso per parlare un po’ del suo lavoro da ds e del suo passato da calciatore.

Come ha vissuto professionalmente la retrocessione del Carpi in serie B?
Con grande dispiacere. Abbiamo intrapreso un percorso intenso e molto bello, purtroppo l’obiettivo è sfumato a causa di un solo punto. Da Novembre a Maggio abbiamo fatto 32 punti in 23 partite, una cavalcata entusiasmante che in proiezione ci avrebbe portati a metà classifica. Per una matricola come il Carpi questo è un grande risultato, la squadra negli ultimi cinque mesi aveva dimostrato di poter restare meritatamente in serie A, tuttavia alla fine è giunta una retrocessione beffarda.

Il patron Bonacini come si è posto con Lei fin dai primi giorni?
Conoscevo molto bene la realtà del Carpi anche prima di arrivarci. Siamo partiti insieme, io sono stato alla Pro Vercelli in serie D e C, ero lì anche nei famosi play-off vinti proprio contro i biancorossi, in seguito abbiamo intrapreso un percorso parallelo. Con Bonacini avevo parlato già a Luglio perché c’era stata la possibilità di venire a Carpi anche prima, poi alla fine è saltato tutto e non se ne è fatto più nulla. Quando sono arrivato, vista la situazione di difficoltà, ho pensato soltanto a lavorare a testa bassa insieme al patron, con il quale mi sono trovato subito in armonia come se lavorassimo insieme da parecchi anni. Siamo riusciti in un’impresa che sembrava impossibile, cedere dodici giocatori e rifare la squadra a gennaio. Tutto questo è diventato realtà poiché abbiamo avuto le stesse vedute.

Lei ha avuto Castori come allenatore al Lanciano nella stagione 2000-2001. Come è stato ritrovarlo a Carpi avendo un ruolo diverso?
I contatti con il mister sono sempre rimasti assidui nel corso degli anni, a Carpi l’ho ritrovato con la stessa carica emotiva che lo contraddistingue. Il buon rapporto che abbiamo sempre avuto ha facilitato il lavoro di entrambi, grazie anche al suo staff che si è contraddistinto per qualità di lavoro e serietà. Insieme siamo riusciti ad amalgamare una squadra valida a Gennaio, impresa che non è mai semplice. Mi dispiace che la retrocessione non abbia fatto emergere tutto il grande lavoro svolto, in ogni caso il Carpi è balzato agli onori delle cronache per aver fatto comunque un qualcosa di importante.

Che ricordo ha della Sua esperienza a Modena come calciatore (campionato di serie C1 ‘95’96)?
Ho un ricordo positivo, eravamo una squadra giovane partita benissimo, poi alcune vicende societarie e qualche infortunio, tra cui il mio, hanno un po’ ridimensionato la stagione e ci hanno costretti a fare un campionato di centroclassifica. In ogni caso i ricordi che ho della piazza, dell’ambiente e del gruppo di giocatori sono molto buoni.

Da calciatore quale stagione ricorda con maggior piacere?
Ho girato molte squadre e sono legato a tutte quelle in cui sono stato, avendo avuto la fortuna di militare in piazze ambiziose in tutta Italia. C’è qualche stagione che ricordo con maggior piacere, ma farei un torto alle altre piazze se dicessi quali, quindi preferisco rammentare in maniera positiva tutta la mia carriera da giocatore, nella quale ho tratto spunto per migliorare sia nei momenti positivi sia nei momenti negativi.

Qual è l’obiettivo del Carpi per l’anno prossimo?
Innanzitutto ricompattare l’ambiente, anche se devo dire che le spaccature che una retrocessione solitamente porta non ci sono state. Dobbiamo ripartire alla maniera del Carpi, cercando di essere una squadra fastidiosa per tutti e riproporre quel calcio genuino e particolare che è stato il nostro marchio di fabbrica in questi anni. L’obiettivo è essere la mina vagante del prossimo campionato di serie B.

(di Mattia Giovanardi)

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