Mondiali 2018: l’intervista a Matteo Marani, vice direttore di Sky Sport

Chi vincerà il Mondiale di Russia, quale sarà la squadra outsider e quale la possibile sorpresa? E che tipo di Mondiale sarà? Abbiamo girato queste e altre domande a Matteo Marani, vice direttore di Sky Sport. “Credo che, alla fine, il Mondiale, a differenza dell’Europeo, porti sempre in fondo le squadre più forti – ci ha detto Maraniquindi mi aspetto le grandi in semifinale. Sicuramente la Germania, che è la squadra da battere, ma anche l’Argentina e il Brasile, che vorrà riscattare la delusione del mondiale casalingo con una squadra, questa volta, adatta per vincere. Oltre a Neymar, il Brasile ha un gruppo importante con un mediano fortissimo come Casemiro (foto). Quando la Verdeoro è stata meno bella e più pratica, come nel ‘94 con Dunga o nel 2002, ha spesso vinto”.

E l’Argentina di Messi?
E’ sicuramente forte, ma, come spesso le accade, ha grandi attaccanti al punto da permettersi di lasciare a casa Icardi, ma dietro non è un granché. La griglia per me sarà poi completata dalla Spagna, che però non vedo vincente essendo ancora a metà di un ricambio generazionale, e dalla Francia, che ha due attaccanti giovani e fortissimi.

L’outsider chi potrà essere?
Il Belgio, che è cresciuto rispetto a quattro anni fa e ha giocatori come De Bruyne, uno dei centrocampisti migliori al mondo. Penso che sarà il mondiale dei giovani, visto che di forti ce ne sono tanti.

 Ti dico altre due squadre: la Russia, padrona di casa, e i campioni d’Europa del Portogallo…
Il Portogallo credo potrà fare bene, ma non vincere, anche se per Cristiano Ronaldo sarà l’ultima grande occasione per entrare nella storia. Per quanto riguarda la Russia, il fatto di aver quasi tutti i giocatori autoctoni, che giocano nel campionato di casa, credo non aiuti dal punto di vista dell’esperienza.

Spesso si seguono i Mondiali anche per scoprire nuove squadre esotiche. In Russia chi t’incuriosisce di più?
Sicuramente l’Egitto di Salah, se riuscirà a recuperare al meglio dall’infortunio, soprattutto per la forza di questo giocatore, diventato un vero, grande, campione.

Sarà un Mondiale più tecnico o fisico?
Penso più fisico, come ormai accade da diverse edizioni. Si viene da una stagione lunghissima con i campionati principali quasi tutti a 20 squadre, la Champions e le stesse Nazionali che giocano più di un tempo, quindi molti giocatori arrivano stanchi. E oggi va di moda il giocatore forte fisicamente, ma anche tecnico e con i piedi buoni, genere di cui la Germania ha vari esempi.

Come vedi la situazione dell’Italia dopo la storica eliminazione?
Non vedo grandi segni di ripresa. Dall’eliminazione contro la Svezia non è cambiato quasi nulla. La Federazione è ancora commissariata e si è fatto pochissimo. L’allenatore è Mancini, che però sta puntando sul ritorno di Balotelli, e questo non mi sembra qualcosa di decisivo. Di sicuro non c’è quella voglia di ripartire che misero i tedeschi dopo il fallimento agli Europei di sei anni fa.

Qual è il Mondiale che ricordi con maggior affetto?
Sicuramente quello di Argentina ’78, che è stato il primo che ho seguito. Un Mondiale bellissimo, anche se il primo che ricordo davvero bene è quello del 1982 in Spagna. Francia ’98 é stato il primo che ho seguito sul campo, ma quello che ritengo più bello è Berlino 2006, quando ho avuto la fortuna di essere presente come inviato del Guerin Sportivo per la finale vinta dall’Italia. Chissà quando mai potrà ricapitare…

 

Di Giovanni Botti

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