Una stagione entusiasmante per la Canovi Coperture Sassuolo: l’intervista a coach Barbolini

Sassuolo è sempre stata una città di pallavolo e, dalla prossima stagione sportiva, potrà ammirare nuovamente una squadra femminile lottare nel prestigioso campionato di A2. Enrico Barbolini, coach della Canovi Coperture, ci ha parlato dell’incredibile promozione della sua squadra, con uno sguardo dritto e aperto verso il futuro.

Mister, una grande stagione coronata dalla promozione in A2…
Abbiamo fatto una grande annata sotto tanti punti di vista. La gente guarda solo il risultato, senza pensare all’immenso lavoro che è stato fatto per raggiungere questo obiettivo, visto le particolarità della squadra, come la presenza di molte ragazze giovani provenienti dal nostro vivaio. Anche loro hanno contribuito in maniera determinante alla vittoria finale, così come l’apporto di giocatrici esperte, con un passato importante, che si sono calate perfettamente nella nostra realtà.

Durante la stagione c’è stato un momento particolare in cui avete capito di potercela fare?
Non c’è stato veramente un momento preciso, ma altresì tanti istanti, durante le partite, in cui abbiamo superato i nostri limiti tecnici. Giorno dopo giorno siamo riusciti ad alzare l’asticella.

Quanto è stato determinante il contributo di una campionessa come Tai Aguero?
Non riesco a trovare un’unità di misura per quantificare l’apporto sia di Aguero che di altre giocatrici come Lancellotti e Crisanti. Sono state speciali sotto ogni punto di vista: hanno saputo rapportarsi e sorreggere le proprie compagne più giovani, facendo cose che un allenatore farebbe fatica a gestire.

Che campionato si aspetta di trovare in A2?
L’A2 è sempre stato un campionato molto strano, perché tutti gli anni ci sono sia realtà consolidate, che puntano alla promozione, sia meteore e squadre che rivoluzionano il loro organico e le loro strategie. Dunque sarà sicuramente un campionato difficile, per via del fatto che l’A2 è considerata semi-professionista: questo significa la presenza di giocatrici il cui mestiere è fare la pallavolo, maggiori carichi di lavoro, ma anche più visibilità. Tutto questo per noi sarà una grande novità, ma affronteremo il campionato con tutto l’entusiasmo necessario.

Punterete sempre sullo stesso gruppo, oppure farete qualche acquisto?
Al momento stiamo ancora valutando, perché la filosofia della società è quella di puntare molto sulle giovani del nostro vivaio, consapevoli del fatto che bisognerà comunque puntare su giocatrici di livello, per permettere alle giovani di crescere al meglio. Non ci possiamo nascondere dietro a un dito: noi vorremmo fare una squadra con atlete del nostro settore giovanile, ma purtroppo non ce la fa nessuno né in Italia, né nel resto del mondo. Quindi continueremo con la nostra filosofia, ossia puntare su di un gruppo giovane con qualche elemento esperto. Continueremo a lavorare a Sassuolo, spostando qui il nostro settore giovanile.

Visto il maggiore apporto di tifosi, dove andrete a giocare l’anno prossimo?
Le norme ci impongono di cambiare impianto. Sassuolo ha un palasport abbastanza grande, che ha già vissuto di pallavolo. Palapanini? Credo di no, perché ci sentiamo sassolesi a tutti gli effetti. La volontà di creare qualcosa di concreto a Sassuolo non parte dalla vittoria dei play-off, ma ben prima.

Con la scomparsa della Liu Jo Nordmeccanica, siete la squadra di pallavolo femminile più importante del territorio. Questo è motivo d’orgoglio, oppure è una pressione maggiore?
In generale sarà una grande soddisfazione per tutti. Bisogna dire però che questo non è dipeso totalmente da noi e perciò non è giusto che ce ne prendiamo il merito. E’ un dato di fatto, noi lo accettiamo con orgoglio e cercheremo di dare sempre il massimo.

E’ periodo di Nazionali. Dopo un periodo di iniziale assestamento, le azzurre sembrano aver trovato finalmente una quadratura, con un nucleo di giocatrici giovani, ma molto forti…
La Nazionale ha attraversato un periodo di vuoto generazionale dovuto alla fine di un ciclo. Adesso hanno qualche giocatrice giovane di livello, ma bisognerà avere la pazienza di aspettarlo. Di recente ho parlato con coach Mazzanti: lo conosco bene e so quanto sia preparato e lungimirante. Dobbiamo andare contro al nostro essere “italiani” e non avere troppa fretta, cercando di trovare, durante la stagione, il modo migliore per far crescere al meglio i nostri talenti, non facendogli disperdere troppo presto.

di Mattia Amaduzzi

 

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