Dentro la storia con Alberto Angela: l’intervista al popolare divulgatore scientifico

È uscito il nuovo libro di Alberto Angela – “Cleopatra. La Regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità” (HarperCollins) ed è già boom di vendite, perchè il popolare paleontologo e divulgatore scientifico coniuga come nessun altro in Italia credibilità scientifica, abilità narrativa e un travolgente appeal nel grande pubblico. All’ultimo incontro modenese sono state 12.000 le richieste di partecipazione arrivate. L’abbiamo incontrato al Forum Monzani, prima dell’incontro con i lettori, avvenuto qualche settiman fa.

Angela, perché un libro su Cleopatra?
È un altro viaggio che faccio nel passato. Non è il primo, soprattutto in epoca romana, ma certamente la figura di Cleopatra è molto intigrante, affascinante, anche ricca di sorprese come quando pensiamo di conoscere una persona e questa persona si dimostra in realtà completamente diversa.

Per esempio?
Intanto non era un’antica egizia, ma una greca. Anche il suo nome, Cleopatra, significa “gloria del padre”. Fra lei e il faraone Rames II passano 1200 anni. Siamo quindi in un altro mondo. Paragonarla alle antiche regine d’Egitto sarebbe come se voi paragonaste una donna di oggi a una dell’epoca di Carlo Magno.

Una donna diversa da tutte le altre?
Sì, perché riesce a essere una statista, al tempo stesso una mamma, un’amante, una condottiera alla guida di flotte sul mare. Nasce a Alessandria d’Egitto, un posto che in quell’epoca attraversa uno splendore particolare: cultura diffusa, la grande biblioteca, il Museion che era una specie di università (da lì derivano l’idea e il termine ‘museo’), e lei è il frutto di tutto questo: una donna colta. Scrive trattati di medicina, anche di tossicologia. Entra ed esce nelle ‘aule universitarie’ dell’epoca, viene educata come una principessa, ha avuto dei filosofi che le hanno insegnato, non solo il sapere, ma anche il modo di parlare. In un’epoca ‘dura’, tra condottieri che usano la spada per imporre il proprio dominio, i suoi strumenti sono invece l’intelligenza e le parole. Di lei si dice che avesse una voce dolcissima, e usasse parole precise come un pungiglione.

La sua vicenda s’intreccia con quella di Roma, giusto?
In effetti la storia che racconto abbraccia 14 anni. Un momento cruciale del nostro passato. Tutti noi abbiamo sentito parlare della Repubblica di Roma e del travagliato passaggio dalla Repubblica all’Impero di Ottaviano Augusto. Un momento cardine, una cerniera, e Cleopatra ha permesso che tante cose accadessero portando alla storia che è arrivata fino a noi. Senza entrare nelle dinamiche sentimentali e di geopolitica – i legami prima con Cesare, poi con Marco Antonio – lei incarna un polo forte attrattivo tanto da scatenare una guerra fra Roma. Alla fine vince Ottaviano e così il nostro mondo ha avuto un imprinting romano-latino-occidentale. Se avessero vinto Cleopatra e Antonio, saremmo stati forse in un mondo diverso. Forse, perché dopo 2000 anni non si può dire.

Qualche altra curiosità?
Era sicuramente una donna fuori dai canoni, nessun’altra sovrana è stata come lei, forse solo Elisabetta d’Inghilterra le si avvicina. Una donna che ha rappresentato un momento luminoso del passato per le sue capacità femminili d’intelligenza, grande cultura e abilità nel riuscire a capire l’altra persona. Ma nessuno conosce il suo aspetto. Non sappiamo se fosse bionda o mora.

Infine, quali sono i suoi legami con Modena?
È sempre un piacere tornare qui, mi sembra di stare in famiglia. Sono stato ospite per la terza volta del Forum Monzani e la partecipazione è stata davvero straordinaria.

 

di Francesco Rossetti

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