Geminiano contro i pagani e gli eretici: il nuovo libro di Gabriele Sorrentino

E’ l’anno 377 dc, i Goti sono alle porte e l’Impero Romano scricchiola, lacerato dalla lotta religiosa tra cristiani e pagani, ma anche da quella tra ariani e niceni che divide il cristianesimo. A Mutina il vescovo Geminiano sta costruendo la nuova cattedrale, ma il cantiere è spesso vittima di sabotaggi. E’ questo lo scenario in cui si sviluppa la storia di “Mutina, Geminiano e il crepuscolo degli dei”, il nuovo romanzo del giornalista e scrittore Gabriele Sorrentino, edito da Artestampa, secondo capitolo di una quadrilogia dedicata alla Mutina romana. “E’ un idea che mi è venuta un anno e mezzo fa, durante la stesura del primo romanzo dedicato a Mutina, “L’alba di un impero” – racconta Sorrentino – un libro che parlava della Guerra di Modena del 43 a.c, un fatto storico molto importante che si verificò pochi mesi dopo la morte di Cesare e che vide di fronte Ottaviano (il futuro Augusto), Marco Antonio, Bruto, i consoli e via discorrendo. L’intenzione è quella di raccontare la Mutina romana in alcune sue fasi, attraverso lo strumento del romanzo storico”.

Questo secondo capitolo della quadrilogia, racconta la Mutina del vescovo Geminiano…
La storia si svolge in due anni in particolare, il 377 e il 378 dc. Quest’ultimo è un anno chiave per la storia dell’Impero Romano perchè il 9 agosto si combatte la battaglia di Adrianopoli nella quale i Romani subiscono una sconfitta piuttosto dura in cui muore lo stesso imperatore Valente. Per la prima volta l’Impero è costretto a trattare la pace da una posizione di inferiorità e accettare lo stanziamento di migliaia di Goti in territorio romano. Una situazione della quale si cominceranno ad avvertire gli effetti negativi il secolo successivo.

E poi c’è un importante aspetto legato alla religione…
E’ vero, è in atto in questo periodo, ed è assolutamente documentato, lo scontro tra cristiani e pagani. All’interno del mondo cristiano, inoltre, c’è quello tra i seguaci del credo di Nicea, che ritenevano che Gesù fosse della stessa sostanza del padre, e gli ariani che invece credevano che la natura di Gesù fosse inferiore rispetto a quella del padre. A quest’ultimo credo si erano convertiti anche i Goti attraverso Ulfila, un personaggio che compare nel libro.

E Mutina in quel periodo che città era?
Intanto si era leggermente ridotta dal punto di vista delle dimensioni, più che altro per i flussi demografici all’interno dell’Impero. Era una città media in cui è documentata la presenza sia dei cristiani che dei pagani. Essendo quelle intorno a Mutina zone molto rurali, è probabile che i vecchi culti tradizionali fossero ancora molto sviluppati. Geminiano del resto è spesso presentato come evangelizzatore o addirittura distruttore di santuari pagani e in quel periodo stava costruendo la prima Cattedrale di Modena, non il Duomo che si trova in realtà fuori dalla città romana.

Dove si trovava più o meno questa Cattedrale?
Mah, alcuni dicono dove c’è San Pietro, che in realtà era appena fuori le mura. Altri parlano della zona di via Gallucci e io ho immaginato che il cantiere fosse proprio lì.

Quello del vescovo Geminiano però non è l’unico punto di vista attraverso cui viene raccontata la storia…
Si, in realtà è raccontata da cinque punti di vista differenti. Oltre a Geminiano ci sono Lucio, figlio del principale leader dei cristiani, che è militare in Tracia e mi ha consentito di dare uno sguardo da vicino alla battaglia di Adrianopoli; Kniva, un goto che trova rifugio in territorio romano; Flavia, sorella di Lucio, all’inizio un po’ succube dei maschi di casa, poi capace di crescere parecchio; Costanza, figlia del principale leader dei tradizionalisti, innamorata e promessa sposa di Lucio, un matrimonio naturalmente osteggiato dal momento che Lucio era cristiano; Gioviana, la migliore amica di Costanza che sente delle voci. Il padre crede che parli con gli Dei, ma in realtà lei è posseduta e questo fatto costringe Geminiano a praticarle un esorcismo di nascosto dal padre.

Per il personaggio di Geminiano, quindi, hai usato in parte la tradizione e in parte la fantasia…
Certamente, anche perchè le vite che parlano di lui sono di molto successive alla sua morte, una del IX e l’altra del X secolo, e c’è un solo documento che attesta che è effettivamente vissuto: si tratta del verbale di un incontro che si tenne a Milano presso Ambrogio, per discutere dell’eresia di Gioviniano, nel quale c’è anche la sua firma.

Hai già in mente quali saranno i prossimi due capitoli della quadrilogia?
Si, uno sarà un prequel, una sorta di numero zero sulla fondazione della città. L’altro invece sarà sulla fine della Modena romana, quindi ambientato tra la conclusione della Guerra Greco Gotica e l’arrivo dei Longobardi, il periodo in cui possiamo dire sia iniziato il Medioevo.

Hai in programma qualche presentazione del libro?
Si, la prima, in ordine di tempo, è quella del 29 gennaio alla Mondadori del Victoria.

 

di Giovanni Botti

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